India: oltre 70 morti per una sciagura ferroviaria, forse un attentato maoista
Dietro l'incidente ferroviario che la notte scorsa ha causato 71 morti e 200 feriti
nello Stato indiano del West Bengala c'è quasi certamente la mano della guerriglia
maoista, molto forte nella zona. Due volantini del "Comitato popolare contro le atrocità
della polizia" (Pcpa), movimento di ispirazione maoista, sono stati trovati nelle
vicinanze del disastro ferroviario. Attivi da tempo in una decina di Stati indiani
dell'est e del centro i maoisti, conosciuti anche come "naxaliti", utilizzano spesso
i sabotaggi dei binari ferroviari come metodo di lotta. Sull’aggravamento delle azioni
dei ribelli "naxaliti" all’interno dell’India, Stefano Leszczynski ha intervistato
Michelguglielmo Torri, docente di Storia dell’Asia all’Università di Torino
e membro dell’Osservatorio Asia Maior.
R. – La
guerriglia maoista in India, o naxalita che dir si voglia, sta diventando sempre più
preoccupante. L’attentato al treno non è in realtà un salto qualitativo, nel senso
che fa parte di una serie di attacchi di tipo militare contro gli apparati di sicurezza
e contro le forze private agli ordini di proprietari terrieri o, in ogni caso, di
personaggi eminenti del mondo rurale indiano.
D.
– Quanto ha influenzato un certo sostegno a questo movimento il boom economico che
l’India ha vissuto negli ultimi anni?
R. – Il boom
economico è stato estremamente squilibrato ed è stato un boom di cui hanno beneficiato
soprattutto gli strati alti delle classi medie urbane e degli strati molto limitati
di contadini ricchi. La verità dei fatti è che la situazione nelle campagne indiane,
a partire dall’avvio della nuova politica di sviluppo neoliberista all’inizio degli
anni ’90, è peggiorata. L’agricoltura indiana è sostanzialmente in uno stato di crisi,
e accanto a questo c’è un’altra questione: in India ci sono ampie zone dove abitano
ancora popolazioni tribali che vivono sostanzialmente con un’economia basata sull’utilizzo
di frutti spontanei delle foreste, e negli ultimi 10-15 anni si è scoperto che queste
zone dove vivono i tribali sono zone ricchissime dal punto di vista minerario. Sta
succedendo quindi che le grandi multinazionali indiane e straniere stanno spossessando
questi tribali. E il movimento naxalita, quindi, ha trovato un terreno molto fertile
in queste zone.
D. – Questo movimento gode di un
qualche appoggio all’esterno dell’India? C’è qualche elemento che potrebbe renderlo
più significativo a livello geopolitico nella regione?
R.
– E’ una lotta armata che non ha referenti fuori dall’India: non l’ha in Nepal e non
l’ha ovviamente in Cina.
D. – A livello internazionale
questo movimento può provocare grossi problemi all’India, soprattutto da un punto
di vista economico?
R. – Forse in futuro. A questo
livello, effettivamente, l’azione militare dei naxaliti può diventare un grosso problema,
perché questo significa che una serie di grandi multinazionali indiane, ma anche straniere,
dovranno riconsiderare la situazione, e forse riconsidereranno la situazione.