2010-05-27 14:58:35

Torna la calma in Giamaica: appello dell’arcivescovo di Kingston


Anche la Chiesa giamaicana si è mobilitata per contribuire a riportare la calma tra la popolazione della capitale Kingston, stravolta negli ultimi giorni dalla guerriglia scatenatasi tra le forze di sicurezza e i miliziani del boss, don Christopher “Dudus” Coke, che hanno combattuto per impedire il suo arresto e la sua estradizione negli Stati Uniti. L’ultimo bilancio degli scontri parla di 44 morti e almeno 500 arrestati nel quartiere di Tivoli Garden, considerato il “feudo” del boss malavitoso. In queste ore regna una calma che rischia di essere solo apparente, come spiega l’arcivescovo di Kingston, mons. Donald Reece, al microfono di Lydia O’Kane della nostra redazione inglese:RealAudioMP3



R. – In the area that is on attack...

Nella zona sotto attacco c’è tensione, è certo. Ma nel resto della Giamaica la tensione non è altrettanto alta, anche se ovviamente la preoccupazione c’è perché non si può mai sapere quando la situazione può sfuggire di mano e favorire l’allargamento della tensione ad altre aree. Per il momento, non sembra. Personalmente, ho chiesto a tutti i preti, ai religiosi, ai diaconi di fare del loro meglio per mantenere la calma e di recitare la tradizionale preghiera a San Michele Arcangelo per il Paese. La Conferenza delle Chiese di Giamaica, di cui la Chiesa cattolica è membro, ha constatato che il premier stesso non è più in grado di guidare il Paese perché è stato colto in flagrante in situazioni di non-verità e di menzogna in tutta la vicenda dell’estradizione chiesta dal governo degli Stati Uniti per questo noto narcotrafficante. Di conseguenza, ci sono alcune persone che stanno valutando l’ipotesi di chiedere le dimissioni del primo ministro. Altre dicono di no. Aspettiamo perciò di vedere cosa accade. Io penso però che ormai la sua immagine sia talmente danneggiata, che non possa più fare conto su alcuna credibilità.

 

D. – Qual è il pensiero comune circa questa situazione? Si pensa che si possa risolvere in tempi ragionevolmente rapidi o che andrà avanti ancora per molto?

 

R. – This morning I heard that young men...

Questa mattina ho saputo che dei giovani intorno ai 20 anni hanno ricevuto armi e denaro e che alcuni di loro sarebbero stati reclutati per 100 mila dollari giamaicani al giorno. E’ una bella somma per invogliare a combattere! E la lotta proseguirà fino alla fine, il che significa che non si arrenderanno alle forze di sicurezza: combatteranno fino alla fine! Se sarà così, questa situazione potrà trascinarsi per giorni, forse per una settimana o più. E’ assolutamente possibile. Inoltre, le forze di sicurezza sono preoccupate per altri presidii dove possono esserci arsenali e uomini in forza. Dopo aver risolto il problema nella capitale, affronteranno queste zone per liberare la Giamaica da tali presidii, che tendono a farsi la legge da soli.








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