2010-05-27 14:47:32

Il Papa alla Cei: risvegliare la passione educativa. Illusorio superare la crisi economica ignorando la crisi spirituale


La Chiesa continui “ad offrire il suo contributo alla crescita sociale e morale dell’Italia”: è l’esortazione di Benedetto XVI ai partecipanti all’Assemblea generale della Conferenza episcopale italiana ricevuti stamani in Vaticano. Il Papa si è soffermato sulla sfida educativa delle nuove generazioni e sulla crisi economica. Né ha mancato di riferirsi ai peccati compiuti da alcuni membri della Chiesa a cui, ha ribadito, bisogna rispondere con la penitenza e la purificazione. L’indirizzo d’omaggio è stato rivolto al Pontefice dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei. Il servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3

“Il Papa sa di poter contare sempre sui vescovi italiani”: inizia con un sentito ringraziamento il discorso di Benedetto XVI ai presuli della Cei. Quindi, il Pontefice si sofferma sulla nuova evangelizzazione a cui è chiamata la Chiesa italiana:
 
“La volontà di promuovere una rinnovata stagione di evangelizzazione non nasconde le ferite da cui la comunità ecclesiale è segnata, per la debolezza e il peccato di alcuni suoi membri. Questa umile e dolorosa ammissione non deve, però, far dimenticare il servizio gratuito e appassionato di tanti credenti, a partire dai sacerdoti”.
 
L’anno speciale a loro dedicato, continua il Papa, ha voluto proprio “costituire un’opportunità” per promuovere “il rinnovamento interiore” dei sacerdoti, “quale condizione per un più incisivo impegno evangelico e ministeriale”. Nel contempo, è stata la sua riflessione, “ci aiuta anche a riconoscere la testimonianza di santità di quanti – sull’esempio del Curato d’Ars – si spendono senza riserve per educare alla speranza, alla fede e alla carità”.
 
“In questa luce, ciò che è motivo di scandalo, deve tradursi per noi in richiamo a un “profondo bisogno di ri-imparare la penitenza, di accettare la purificazione, di imparare da una parte il perdono, dall’altra la necessità della giustizia”.
 
Il Papa ha quindi rivolto il pensiero alla crisi che è economica ma anche culturale e spirituale. “Sarebbe illusorio – avverte – pensare di contrastare l’una ignorando l’altra”. E rileva che pure in Italia si vive una “marcata incertezza sui valori, evidente nella fatica di tanti adulti a tener fede agli impegni assunti”:
 
“Per questa ragione, mentre rinnovo l’appello ai responsabili della cosa pubblica e agli imprenditori a fare quanto è nelle loro possibilità per attutire gli effetti della crisi occupazionale, esorto tutti a riflettere sui presupposti di una vita buona e significativa, che fondano quell’autorevolezza che sola educa”.  
Alla Chiesa, ribadisce, sta infatti “a cuore il bene comune”, che la “impegna a condividere risorse economiche e intellettuali, morali e spirituali, imparando ad affrontare insieme, in un contesto di reciprocità, i problemi e le sfide del Paese”. Il Papa rivolge poi il suo pensiero alla sfida educativa scelta dalla Cei come tema portante per i prossimi dieci anni. Il Papa indica tre radici dell’attuale emergenza educativa: il falso concetto di autonomia dell’uomo che non vuole avere imposizioni, lo scetticismo e il relativismo, infine l’opposizione tra natura e Rivelazione. Tuttavia, soggiunge, “pur consapevoli del peso di queste difficoltà non possiamo cedere alla sfiducia e alla rassegnazione”:
 
“Educare non è mai stato facile, ma non dobbiamo arrenderci: verremmo meno al mandato che il Signore stesso ci ha affidato, chiamandoci a pascere con amore il suo gregge. Risvegliamo piuttosto nelle nostre comunità quella passione educativa, che non si risolve in una didattica, in un insieme di tecniche e nemmeno nella trasmissione di principi aridi”.
 
“Educare – afferma ancora – è formare le nuove generazioni, perché sappiano entrare in rapporto con il mondo, forti di una memoria significativa, di un patrimonio interiore condiviso, della vera sapienza che, mentre riconosce il fine trascendente della vita, orienta il pensiero, gli affetti e il giudizio”:
 
“La sete che i giovani portano nel cuore è una domanda di significato e di rapporti umani autentici, che aiutino a non sentirsi soli davanti alle sfide della vita. È desiderio di un futuro, reso meno incerto da una compagnia sicura e affidabile, che si accosta a ciascuno con delicatezza e rispetto, proponendo valori saldi a partire dai quali crescere verso traguardi alti, ma raggiungibili”.
 
“La nostra risposta – conclude Benedetto XVI – è l’annuncio del Dio amico dell’uomo, che in Gesù si è fatto prossimo a ciascuno”. Per questo, “la trasmissione della fede è parte irrinunciabile della formazione integrale della persona, perché in Gesù Cristo si realizza il progetto di una vita riuscita”. Dal canto suo, il cardinale arcivescovo di Genova, Angelo Bagnasco, ha ringraziato il Papa soprattutto per quanto “sta facendo in ordine all’esemplarità della Chiesa e dei suoi ministri”, affrontando “con credibilità e lucidità questo tempo difficile”: 
“Per questo desideriamo unirci alla Sua azione di autoriforma della Chiesa perché sia all’altezza della sua vocazione e diventi sempre più quella che corrisponde al disegno di Dio, la cui presenza è necessario rendere presente al mondo contemporaneo, fin dentro le condizioni quotidiane dell’esistenza”.







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