Si celebra oggi la Seconda Giornata mondiale della sclerosi multipla con l’obiettivo
di sensibilizzare l'opinione pubblica per continuare a sostenere la ricerca scientifica,
l'unica arma per sconfiggere la malattia. Questa patologia colpisce circa tre milioni
di persone nel mondo, mezzo milione in Europa e più di 50 mila in Italia; la regione
italiana più colpita è la Sardegna. Ce ne parla il prof. Claudio Conforti,
del Consiglio direttivo dell’Associazione nazionale Sclerosi Multipla, al microfono
di Eliana Astorri:
R. - E’ una
malattia molto particolare, molto diversa da caso a caso. Ci sono casi molto meno
gravi, casi molto più gravi, casi in cui la sclerosi multipla interessa gli arti,
altri in cui interessa la vista o interessa l’udito. Dipende dalla zona del cervello
che viene colpita. Sostanzialmente è una malattia che interrompe o che rende più difficile
il transito del segnale nervoso lungo i nervi ed è normalmente una malattia che rovina
la mielina, cioè la guaina che è intorno alle fibre nervose e che è la principale
responsabile della trasmissione degli impulsi elettrici, quindi praticamente degli
impulsi nervosi. E’ una malattia di cui non si è arrivati ancora a stabilire l’origine
precisa. Ci sono tante possibili spiegazioni ma non ne esiste una unica, risolutiva.
D. – A che punto è la ricerca per la cura di questa malattia? R.
- La ricerca è andata molto avanti e ha messo a punto delle terapie che non sono risolutive,
nel senso che non curano l’origine della malattia, però curano molto bene alcuni dei
sintomi. La penultima scoperta come medicina per la sclerosi multipla è l’interferone:
come “immunomodulante” riduce la velocità di progressione, perché è una malattia progressiva,
riduce la gravità delle crisi e, quindi, da un punto di vista dei sintomi e anche
della malattia stessa funziona da freno. Non possiamo dire che la risolve, né che
la guarisce, però la frena. Dopo gli interferoni ci sono tanti altri prodotti che
sono stati messi a punto nei casi in cui, per esempio, l’interferone non funzioni
perché non tutte le persone sono sensibili all’interferone. D.
– Oltre alla ricerca sulle terapie c’è una ricerca sulle le cause della sclerosi multipla?
R. - C’è la ricerca che come diciamo noi è a 360 gradi, nel
senso che la ricerca punta ai fattori genetici, ai fattori climatici perché è una
malattia diffusa in tutto il mondo però ha delle effusioni diverse a seconda della
zona climatica - di solito i Paesi più freddi hanno un’incidenza maggiore - a seconda
proprio del gruppo etnico, per cui è più frequente in certe popolazioni e meno in
altre. Non è una malattia ereditaria e non è una malattia contagiosa. D.
– Che si può fare nei confronti delle persone affette da questa malattia? R.
- Nei confronti delle persone con sclerosi multipla ci sono due filoni: il primo è
quello della ricerca, il secondo è quello della assistenza, ma assistenza e riconoscimento
dei diritti per rendere più vivibile la vita con sclerosi multipla . Noi diciamo vivere
“con” la sclerosi multipla perché è una compagna sgradita che uno si ritrova a un
certo punto della propria vita, spesso in età abbastanza giovanile, e la si deve portare
dietro per tutta la vita. (Montaggio a cura di Maria Brigini)