2010-05-25 15:17:47

Cresce il mercato dell’economia solidale. Oltre 40 Paesi in rete per la due giorni di “Compartimos”


Microfinanza ed economia solidale: 270 organizzazioni di oltre 40 Stati in rete, oggi e domani, collegati in videoconferenza con Roma e Milano, per la VII edizione di “Compartimos”, organizzata dal Consorzio finanziario internazionale Etimos, da 20 anni impegnato a raccogliere e gestire risparmio, investendo nei Paesi in via sviluppo. Roberta Gisotti ha chiesto al dott. Marco Santori, direttore di Etimos, come opera il Consorzio:RealAudioMP3

R. – Noi stiamo offrendo ai nostri soci, a queste banche di credito cooperativo, a queste mutue, a queste associazioni di credito nei vari Paesi, dei fondi di investimento che possono essere utilizzati a loro volta per fare dei piccoli prestiti ad imprenditori, a micro-imprenditori, a donne e uomini che avrebbero difficoltà ad avere accesso al finanziamento e al credito bancario tradizionale.

 
D. – Voi avete un’esperienza ormai ventennale in questo campo. Ma sta crescendo, a livello internazionale, la credibilità verso questo tipo di sviluppo?

 
R. – Ormai, si sta addirittura parlando di mercato della micro-finanza per quanto si è sviluppato e si è diffuso, tanto che anche operatori finanziari tradizionali sono interessati e stanno mettendo a disposizione degli strumenti innovativi per promuovere questo mercato. E’ chiaro che l’attività di accesso al credito è sempre delicata, e normalmente poi diventa fondamentale non soltanto il rating – e quindi la performance delle varie agenzie che vanno sviluppandosi – ma soprattutto la credibilità dell’impatto sociale che queste attività possono incrementare. Certamente, il credito è uno strumento, ma non può essere l’unico strumento per promuovere lo sviluppo. Il credito ha in sé una grande potenzialità che conferma e riafferma ogni volta la dignità della persona che lo riceve, perché una volta che si diventa debitore di un altro, si firma un contratto e si instaura una collaborazione, una dignità che viene espressa con questo strumento del credito. D’altra parte, non possiamo confondere il credito con il sostegno alla cooperazione allo sviluppo in senso anche caritatevole, in quanto ritengo che le due cose debbano coesistere.

 
D. – L’edizione 2010 di “Compartimos” si svolge interamente attraverso Internet. Quali vantaggi da questa scelta?

 
R. – Il primo vantaggio, banale, è che facciamo circolare le idee e non le persone, quindi risparmiamo anche in termini d’impatto ambientale, ma cerchiamo soprattutto di sperimentare un modello che faciliti la circolazione delle idee. Oggi, infatti, i collegamenti che stiamo facendo via streaming vogliono essere prima di tutto uno strumento per dare parola, voce ai nostri soci: dal Perù, all’Ecuador, piuttosto che alla Cambogia e allo Sri Lanka, perché esprimano il loro pensiero sulla crisi finanziaria, sulle ricerche che hanno fatto, sull’impatto e le conseguenze che questo ha determinato e nello stesso tempo che siano non soltanto un problema dei grandi mercati ma anche un problema della gente che, semplicemente, sta da un lato cercando di resistere e d'altro lato di promuovere uno sviluppo sostenibile.

 
D. – Un modello, questo, di utilizzare Internet per risparmiare e per far circolare le idee con più facilità che potrebbe essere mutuato anche dalle Nazioni Unite in occasione delle grandi conferenze o anche per gli incontri del G8: tanto discussi, appunto, per le spese che comportano…

 
R. – Noi ci stiamo provando e la tecnologia ci sta aiutando. Abbiamo visto che bastano anche piccoli accorgimenti. Gliene dico uno solo: il pre-registrare alcuni servizi e contributi che possono essere già tradotti, in modo tale che la traduzione possa essere adeguata per tutti gli idiomi, offrendo poi lo strumento del palinsesto, di questo collegamento, come uno strumento costruito insieme, proprio perché possa essere utile. In queste settimane, ci sono arrivati servizi pre-registrati dallo Sri Lanka, dalla Cambogia, dal Perù, dall’Argentina, in cui si rispondeva a delle domande ben precise. Servizi che manderemo in onda in queste giornate proprio per dire come tutti insieme abbiamo costruito questo nuovo modello di comunicare, di condividere con gli altri le nostre idee, le percezioni ed eventualmente anche alcune "ricette" per la soluzione di varie problematiche.







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