Olanda: primo processo in Europa a cinque pirati somali da parte del Tribunale di
Rotterdam
Si aprirà domani a Rotterdam, in Olanda, il primo processo in Europa contro il reato
di pirateria. Cinque gli imputati, si tratta di cittadini somali, tra i 22 e 45 anni
intercettati da una nave militare danese nel golfo di Aden, al largo della Somalia,
il 2 gennaio dello scorso anno mentre attaccavano un cargo olandese. Se riconosciuti
colpevoli rischiano dai nove ai 12 anni di carcere. Consegnati dalla Marina danese
alle autorità olandesi, che avevano emesso un mandato di arresto europeo, i cinque
uomini sono detenuti in Olanda dal 10 febbraio del 2009. Attraverso i loro legali,
i cinque contestano la lunga detenzione preventiva e mettono in discussione la competenza
del tribunale di Rotterdam, in quanto il cargo attaccato era registrato nelle Antille
olandesi, dotate di una propria giurisdizione. Ma al di là della sede di competenza,
a rendere incerto il lavoro dei giudici sarà la difficoltà di dimostrare le accuse.
Per inchiodare alle loro responsabilità i corsari bisogna coglierli in flagranza di
reato. Ma molti Paesi non riconoscono il reato di pirateria ed anche una volta catturati,
non c'è certezza che i pirati vengano perseguiti per la mancanza di una giurisdizione
internazionale e di fori appropriati. Da rilevare che su un totale di 409 attacchi
a navi, registrati nel 2009 in tutto il mondo, ben 215 hanno avuto come scenario il
Golfo di Aden, al largo delle coste somale. Attualmente, la maggioranza dei pirati
catturati viene processata in Kenya, primo e unico Paese africano a essersi reso disponibile
a giudicarli. Ma l'accordo con la comunità internazionale rischia di saltare, perché
Nairobi lamenta che i procedimenti sono troppo numerosi e troppo costosi e reclama
finanziamenti per le prigioni e lo svolgimento dei processi. L'Italia e la Francia
hanno annunciato che lavoreranno insieme per istituire un Tribunale speciale contro
la pirateria internazionale, che potrebbe nascere nell'ambito delle Nazioni Unite.
Un'ipotesi, questa, sostenuta dall'Unione europea. I tempi non si preannunciano però
rapidi. La stessa Onu ha trattato il tema della pirateria la scorsa settimana nella
Conferenza svoltasi ad Istanbul dedicata alla critica situazione della Somalia. Nel
frattempo impera il ''fai da te'': solo due settimane fa la Marina russa, cedendo
alla mancanza di una base giuridica, ha deciso di rilasciare in alto mare dieci pirati
sudanesi catturati dopo che avevano tentato il 5 maggio scorso di prendere una nave
petroliera russa al largo dello Yemen. Dei dieci uomini e del piccolo vascello sul
quale sono stati imbarcati si è perso presto ogni traccia. Probabilmente finiti in
fondo al mare, inghiottiti dalle onde. (R.G.)