In crescita nel mondo la scolarizzazione, ma non nei Paesi in guerra
Il numero dei bambini in età scolare continua ad aumentare, ma sono ancora molti quelli
che vivono nei Paesi in guerra ad essere privi di istruzione. E’ quanto emerge dal
recente rapporto The Future is Now reso pubblico da Save the Children Alliance, ripreso
dall'agenzia Fides. Dei 72 milioni di bambini privi di istruzione, rispetto ai 115
milioni del 2006, 39 milioni vivono in Paesi colpiti da guerre. "Oltre ad uccidere
e ferire milioni di bambini, i conflitti obbligano milioni di famiglie a lasciare
le loro case, separano i bambini dalle rispettive famiglie, e danneggiano l’istruzione
scolastica, si legge nella nota. In Liberia, il 73% dei bambini non frequenta scuole,
in Somalia l’81% non ha accesso all’istruzione. Nelle province dell’Afghanistan, Uruzgan,
Helmand e Badges, l’80% sono completamente privi di ogni diritto all’educazione. Inoltre,
i conflitti colpiscono l’educazione in vari modi, ad esempio nella Provincia equatoriale
della Repubblica Democratica del Congo, i genitori preoccupati preferiscono tenere
i propri figli a casa perché la maggior parte degli uomini armati sono ufficiali locali.
Nella Provincia del South Kivu, centinaia di bambini hanno disertato gli esami nel
mese di aprile a causa degli scontri tra fazioni rivali. In Yemen a maggio, i ribelli
hanno occupato molte scuole nel governatorato settentrionale di Saada, impedendo a
migliaia di bambini di frequentare le lezioni. In Pakistan, 356 scuole sono state
distrutte dalle milizie nel distretto di Swat. Nel Sudan meridionale, negli ultimi
venti anni di conflitto terminato nel 2005, solo il 14% dei bambini ha frequentato
la scuola. In Angola, almeno due milioni sono stati iscritti ma 1.2 milioni risultano
ancora fuori dalle scuole, solo il 54% riesce ad ultimare la scuola elementare. Lo
stesso accade in Iraq, dove il 22% dei bambini in età scolare ha frequentato le lezioni
nel 2007, il 77% di queste sono donne. (R.P.)