2010-05-24 14:44:42

Il Papa: cattolici di tutto il mondo in preghiera per la Chiesa in Cina per chiedere a Dio il dono dell'unità e della perseveranza per i fedeli cinesi


Tre anni fa, firmando la Lettera ai cattolici cinesi, Benedetto XVI fissava al 24 maggio di ogni anno la Giornata di preghiera per la Chiesa in Cina, nella memoria liturgica della Beata Vergine Maria, Aiuto dei cristiani. Anche ieri, al termine della preghiera del Regina Coeli, il Papa ha ricordato come i fedeli che sono in Cina preghino “affinché l'unità tra di loro e con la Chiesa universale si approfondisca sempre di più”, invitando poi i cattolici nel resto del mondo a unirsi a questa preghiera. Nel suo servizio, Alessandro De Carolis mette in risalto i significati di questa Giornata:RealAudioMP3

Da 150 anni, dal bel tempio di mattoni rossi in cui si fondono elementi occidentali e altri locali, la Madonna di Sheshan veglia su Shangai e sulle sorti della Chiesa in Cina. A lei, Benedetto XVI ha affidato tre anni fa, nell’ormai famosa Lettera indirizzata ai fratelli nella fede del Paese asiatico, il primo degli obiettivi che abita il suo cuore di Pastore universale: l’unità. Un obiettivo riecheggiato anche ieri, al Regina Coeli di Pentecoste, nel quale si possono cogliere, in cifra, tutte le altre considerazioni già ben sottolineate dal Pontefice tanto nella Lettera del 2007, quanto nel Compendio del documento pubblicato nel 2009. E’ un traguardo complesso quello dell’unità della Chiesa in Cina, perché “veramente difficili” sono le circostanze, osserva lucidamente Benedetto XVI, nelle quali i cattolici cinesi hanno spesso dovuto manifestare la propria fedeltà al Vangelo, proclamato “con coraggio”. Ma è da questo scenario “di forti contrasti” che deve emergere l’unità, cioè quel filo spirituale invisibile e potente, che lega ogni vescovo agli altri e tutti assieme al Papa, in “una comunione visibile e concreta”. Padre Angelo Lazzarotto, delle Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime), riflette così sul cammino compiuto rispetto alla meta:

“E’ un cammino lento e difficile. Il Papa non se lo nasconde. Il problema è proprio perché chi comanda in Cina ha nei confronti della religione una visione distorta o perlomeno limitata. Non lascia spazio – a chi crede, quindi alle varie religioni, ma specialmente ai cristiani – nella vita pubblica. Proporre i valori cristiani della persona, della libertà, del bene comune è una cosa importante e questo è ancora difficile in Cina. Il Papa, nella lettera che scrisse ai cattolici in Cina, ricordava che bisogna chiedere anzitutto il dono della perseveranza nella testimonianza da questi nostri fratelli, 'certi – diceva il Papa rivolgendosi direttamente a loro – che le vostre sofferenze saranno premiate, anche se talvolta tutto possa sembrare un triste fallimento'”.

Quest’anno Chiesa e Cina, per via delle celebrazioni che lo riguardano, hanno un importante punto di incontro attorno alla figura di padre Matteo Ricci, la cui opera in Cina esemplifica ciò che l’evangelizzazione può portare quando è unita al dialogo e al rispetto. Significativo allora è il fatto che, proprio l’11 maggio scorso, l’Università Fudan di Shanghai abbia inaugurato l’Istituto del Dialogo Xu – Ricci, intitolato al gesuita maceratese e a Paolo Xu Guangqui, il primo cattolico di Shanghai e collaboratore di padre Ricci. Nella circostanza, 70 docenti cinesi e stranieri hanno dato vita a un colloquio sul dialogo interreligioso, mentre anche il Museo di Shanghai è stato teatro della presentazione dell’edizione digitale del “Grand Ricci”, un dizionario di francese-cinese. Il dialogo resta dunque la via aurea, ribadisce padre Lazzarotto: “Per celebrare insieme la Giornata di preghiera, quest’anno i cattolici cinesi, che sono nelle varie città d’Italia, si sono ritrovati a Macerata, una settimana fa, proprio per pregare nel ricordo di questo fondatore della missione moderna in Cina. Credo sia importante ricordare che ognuno ha una responsabilità nella preghiera. Gesù ha pregato che siano uniti tutti i suoi discepoli, perché il mondo creda. Oggi la Cina ha bisogno di questa testimonianza, in modo particolare”.







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