158 morti e 8 superstiti. Questo il bilancio dell’incidente aereo avvenuto all’alba
nel sud dell’India mentre il velivolo era in fase di atterraggio. Recuperata la scatola
nera, le autorità hanno avviato un’inchiesta per stabilire le esatte cause della sciagura.
Il cardinale Oswald Gracias, presidente della Conferenza episcopale indiana e arcivescovo
di Mumbai, in un messaggio diffuso dall’agenzia "Asia News", ha espresso vicinanza
ai familiari delle vittime. Il servizio è di Maria Grazia Coggiola: E’
uno dei più gravi incidenti aerei della storia indiana quello successo stamattina,
dopo l’alba, a Mangalore, uno scalo dove solo una settimana fa era stata inaugurata
una nuova e più lunga pista di atterraggio. Le vittime sono tutte di nazionalità indiana.
Molti sono lavoratori immigrati, impiegati in diverse aziende negli Stati del Golfo
che viaggiavano con le famiglie. Almeno 60 sono dello Stato del Kerala e ritornavano
da Dubai in patria per partecipare a delle feste di matrimonio. Al momento la visibilità
era buona e gli esperti escludono che le condizioni meteorologiche possano aver causato
l’incidente. Il volo, arrivato alle 6.30 del mattino (ora indiana), aveva a bordo
160 persone più sei membri dell’equipaggio. Otto uomini sono riusciti miracolosamente
a salvarsi saltando dalla carcassa dell’aereo prima che s’incendiasse. Tra le ipotesi
della tragedia c’è un errore del pilota, un britannico di origine serba che da due
anni lavorava per la compagnia di bandiera indiana. Secondo alcune supposizioni, il
Boeing 737 dell’Air India Express sarebbe atterrato troppo in avanti sulla pista e
poi, per cause ancora da accertare, in fase di frenata è sbandato violentemente, urtando
alcune bandiere e poi finendo in un avvallamento dove ha preso fuoco.