2010-05-22 16:00:25

L'episcopato del Québec invita ad affrontare nel rispetto reciproco il dramma dell'aborto


Hanno suscitato vive polemiche in Canada alcune recenti affermazioni del cardinale primate canadese Marc Ouellet sull’aborto. Intervenendo a un convegno organizzato dalla Campagna “Québec-Vie” nell’ambito della Giornata internazionale della Famiglia, l’arcivescovo di Québec aveva sostenuto che l’aborto è un crimine ingiustificabile anche in caso di stupro. Interrompere una gravidanza frutto di una violenza sessuale – ha argomentato il porporato – significa aggiungere alla vittima un’altra vittima: il bambino non nato. Immediate sono state le reazioni del mondo politico canadese e del Québec: più di un ministro – riferisce l’agenzia Apic e l’emittente cattolica canadese Radio Ville-Marie - ha parlato di posizioni inaccettabili, affermando che la decisione di abortire è una scelta personale e che le donne non accetteranno mai passi indietro su questo punto. Dalla dichiarazione cardinale Ouellet ha preso le distanze anche la Chiesa Unita del Canada, secondo la quale si tratta di “affermazioni radicali che su cui i diversi gruppi religiosi canadesi non la pensano alla stessa maniera”. Da notare che la Chiesa Unita è una delle le prime denominazioni cristiane canadesi a prendere posizione a favore dell’aborto in determinate circostanze. Alle critiche i vescovi del Québec hanno replicato invocando in una nota “l’urgenza di ricreare un clima di serenità e di rispetto per un dialogo pubblico razionale” su una questione così dolorosa. Senza citare le parole del cardinale Ouellet, i presuli ricordano quelle di Giovanni Paolo II nell’”Evangelium Vitae” anche se riconoscono che questa convinzione non è condivisa da tutti. Nella nota essi esprimono quindi l’auspicio che la società canadese possa “nell’ascolto e nel rispetto reciproco” trovare soluzioni alternative all’aborto. Secondo i risultati di un sondaggio condotto nei giorni scorsi, più del 90 % dei cittadini del Québec dicono di non condividere le affermazioni del cardinale Ouellet. (A cura di Lisa Zengarini)







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