Torniamo a far respirare l’Europa con i due polmoni dell’Oriente e dell’Occidente!
L’auspicio del Papa al concerto offerto dal Patriarca Kirill
“Torniamo a far respirare l’Europa a pieni polmoni”, con l’Oriente e l’Occidente:
questo l’auspicio espresso ieri sera da Benedetto XVI al termine del Concerto in Aula
Paolo VI, offerto da Kirill I, Patriarca di Mosca e di tutte le Russie. L’evento si
è svolto in occasione delle “Giornate di cultura e di spiritualità russa in Vaticano”
ed è stato realizzato insieme ai Pontifici Consigli per la Promozione dell’Unità dei
Cristiani e della Cultura. Ad esibirsi sono stati l’Orchestra Nazionale Russa, il
Coro Sinodale di Mosca e la Cappella di Corni di San Pietroburgo. In programma, musiche
di Rachmaninov, Čajkovskij e del Metropolita Hilarion, presidente del Dipartimento
delle Relazioni Esterne del Patriarcato di Mosca, che ha letto un Messaggio del Patriarca
Kirill. Il servizio di Isabella Piro:
(musica)
Amnesia:
è questo il rischio che il mondo europeo corre, afferma il Papa, il rischio della
“dimenticanza e dell’abbandono dello straordinario patrimonio suscitato e ispirato
dalla fede cristiana”, definita “ossatura essenziale della cultura europea e non solo”.
La fede cristiana, continua Benedetto XVI, “nelle sue diverse espressioni ha dialogato
con le culture e le arti, le ha animate e ispirate, favorendo e promuovendo come non
mai la creatività e il genio umano”. Un contributo valido anche oggi:
"Anche
oggi tali radici sono vive e feconde, in Oriente e in Occidente, e possono, anzi devono
ispirare un nuovo umanesimo, una nuova stagione di autentico progresso umano, per
rispondere efficacemente alle numerose e talvolta cruciali sfide che le nostre comunità
cristiane e le nostre società si trovano ad affrontare, prima fra tutte quella della
secolarizzazione, che non solo spinge a prescindere da Dio e dal suo progetto, ma
finisce per negare la stessa dignità umana, in vista di una società regolata solo
da interessi egoistici".
Di qui, l’appello del Papa:
"Torniamo
a far respirare l’Europa a pieni polmoni, a ridare anima non solo ai credenti, ma
a tutti i popoli del Continente, a promuovere la fiducia e la speranza, radicandole
nella millenaria esperienza di fede cristiana! In questo momento non può mancare la
testimonianza coerente, generosa e coraggiosa dei credenti, perché possiamo guardare
insieme al futuro comune come ad un avvenire in cui la libertà e la dignità di ogni
uomo e di ogni donna siano riconosciute come valore fondamentale e sia valorizzata
l’apertura al Trascendente, a Dio, l’esperienza di fede come dimensione costitutiva
della persona". Nella musica, continua
Benedetto XVI, già si realizza “il confronto, il dialogo e la sinergia tra Oriente
ed Occidente, tra tradizione e modernità”. Una “visione unitaria e armonica dell’Europa”
è necessaria, dice il Papa, poiché senza la consapevolezza di radici culturali e religiose
“profonde e comuni”, l’Europa di oggi “sarebbe come priva di un’anima e segnata da
una visione riduttiva e parziale”.
"Еще раз благодарю Патриарха
Кирилла…" Ringraziando poi in russo tutti i presenti e
gli organizzatori del concerto, Benedetto XVI esprime “profonda gratitudine” al Patriarca
Kirill e ringrazia il Metropolita Hilarion per il suo “costante impegno ecumenico”,
manifestando un particolare augurio:
"... che la lode al Signore
e l’impegno per il progresso della pace e della concordia tra i popoli ci accomunino
sempre più e ci facciano crescere nella sintonia degli intenti e nell’armonia delle
azioni".
Dal suo canto, nel messaggio letto dal Metropolita Hilarion,
il Patriarca Kirill ha ricordato il contributo evangelizzatore
della cultura russa, soprattutto negli anni delle persecuzioni della Chiesa e dell’ateismo
di Stato, ed ha poi definito così il concerto:
"Un
evento di grande importanza nella storia degli scambi culturali tra le nostre Chiese".
Cattolici e ortodossi devono agire insieme come
alleati, non come concorrenti, ha continuato Hilarion, ribadendo che la difesa comune
di valori come la famiglia e la vita, dal concepimento fino alla fine naturale, può
aiutare l’Europa ad uscire dalla “serissima crisi di identità” che sta attraversando.