2010-05-21 16:25:13

Thailandia: torna l'ordine a Bangkok


In Thailandia ripristinato l’ordine a Bangkok dopo i disordini degli ultimi giorni. Lo ha annunciato il premier Vejjajiva in un discorso televisivo in cui ha lanciato un appello alla riconciliazione. Intanto, sono almeno una novantina le vittime e circa 1.800 i feriti per gli episodi di guerriglia urbana in seguito all’assalto dei militari contro le "camice rosse" anti-governative. Ma l’esercito ha davvero assunto il controllo della capitale? Stefano Leszczynski lo ha chiesto a Stefano Vecchia, raggiunto telefonicamente a Bangkok: 00:02:32:42 
R. - Ci sono ancora alcune sacche di resistenza, non tanto nella zona centrale, che ormai è stata messa quasi completamente in sicurezza, ma in alcune aree “esterne”. Il coprifuoco è confermato per questa notte e per domani; sono stati creati dei gruppi di pronto intervento misti – polizia, esercito e vigili del fuoco – per intervenire dove potrebbero verificarsi altri casi di incendio.
 
D. – Il bilancio dei danni e delle vittime è stato veramente molto pesante: avrebbe potuto essere sicuramente peggiore se le “camicie rosse” non si fossero arrese. Ma possiamo dire che la crisi in Thailandia si sia risolta così?
 
R. – No: probabilmente no. Ha colpito anche noi cronisti, anche noi reporter, qui, il fatto che la resistenza in fondo sia stata abbastanza limitata, conoscendo un po’ le potenzialità di questa protesta. Evidentemente, già da qualche giorno prima della tragica conclusione, una parte della protesta era finita nella clandestinità ed è pronta a riemergere – armata, molto probabilmente – nelle province e forse anche nella stessa capitale, da qua a qualche tempo.
 
D. – In questo momento, come sta reagendo il governo nei confronti di quelli che sono stati i leader della protesta? Sono stati tutti rintracciati o sono ancora comunque in latitanza?
 
R. – Diciamo che i leader storici della protesta, quelli che hanno organizzato le “camicie rosse”, quindi il mito della democrazia contro la dittatura, sono stati tutti arrestati. Però, l’impressione è che il governo stia usando un po’ un guanto di velluto nei loro confronti. Occorre anche pensare ad una riconciliazione nazionale, occorre pensare ad un futuro che sarà anche verso le elezioni, probabilmente il prossimo anno; una repressione indiscriminata potrebbe soltanto aggravare la crisi e il governo ne è ben cosciente.
 
D. – La figura di Shinawatra esce rafforzata da questa situazione, o indebolita?
 
R. – Ufficialmente ne esce molto indebolita a tal punto che anche le “camicie rosse” non riuscivano più a dare molto credito alla sua leadership. Però è anche vero che il suo potere resta forte: in qualche modo, il governo e le stesse “camicie rosse” dovranno tenerne conto.







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