2010-05-21 16:15:03

Brasile: appello del Movimento per la Vita per uno Statuto del nascituro


Il Movimento per la difesa della vita ha invitato il popolo brasiliano a scrivere ai deputati federali sollecitandoli all'approvazione dello «Statuto del nascituro». Si tratta di un disegno di legge che mira a rendere esplicita la difesa del nascituro fin dal concepimento e a contrastare l'aborto in Brasile. Un gruppo di parlamentari favorevoli all'interruzione volontaria della gravidanza, attraverso tattiche ostruzionistiche, era infatti riuscito a rinviare la discussione della norma nel mese di luglio. “Aiutaci — si legge nella missiva stilata dal Movimento per la vita, di cui riferisce L’Osservatore Romano — a proclamare la vittoria della difesa della vita in seno alla Commissione di sicurezza sociale e della famiglia”. L'approvazione di tale progetto intende riaffermare “il primo e più fondamentale di tutti i diritti, il diritto alla vita”. Per l’occasione il Movimento per la vita in Brasile ricorda l'impegno, nella storia recente, contro la violazione del diritto alla vita da parte della comunità internazionale. Nel 1948 fu solennemente approvata dall'Onu la “Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo”. In essa, all'articolo 3, si legge: “Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza”. Alcuni anni dopo, nel 1959, la “Dichiarazione dei diritti del bambino”, sempre delle Nazioni Unite, stabiliva nel suo preambolo che: “Il bambino ha bisogno di una protezione speciale, e concretamente giuridica, tanto prima della nascita che dopo”. Dal canto suo l'Assemblea medica internazionale, del 1948, rielaborando il giuramento d'Ippocrate, faceva promettere a tutti i medici: “Io osserverò il rispetto assoluto della vita umana dal momento stesso della concezione”. Per quanto riguarda il continente latinoamericano, il Movimento per la vita ricorda il Patto di San José di Costa Rica del 1969 — il Brasile ne è stato firmatario — nel quale viene garantito “il diritto alla vita del nascituro fin dal concepimento”. Da queste e altre solenni dichiarazioni e accordi internazionali, nonché dall'esame dei diritti costituzionali e civili delle nazioni più progredite, è stato giustamente dedotto che fino alla metà del secolo XX c'era nel mondo una rilevante “omogeneità legislativa” di fronte alla tutela della vita umana, anche del concepito non ancora nato: sia nella sfera del diritto romano-germanico che nel sistema della common law delle legislazioni anglosassoni, l'aborto e l'eutanasia erano valutati e proibiti come delitti. Lo Statuto del nascituro è stato proposto nel 2007 da due deputati federali — additati dagli oppositori come “antidemocratici” — i quali hanno dato voce a quanti in Brasile (l'80% degli elettori) respingono l'aborto e difendono il diritto alla vita del nascituro. La finalità della proposta legislativa è quella di far convergere il Brasile nel sistema degli impegni assunti dai trattati internazionali a riguardo della difesa del diritto alla vita. Una testimonianza in favore della vita che si iscrive nell'acceso dibattito a riguardo del Piano per i diritti umani, che promuove l'aborto e le unioni omosessuali, al centro nel gennaio di quest'anno, di forti critiche da parte dell'episcopato brasiliano. Proprio in seguito alla forte opposizione espressa dalla Chiesa cattolica, il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva ha ordinato la modifica della legge pro-aborto. Nel nuovo testo è stata invece soppressa la parte che parla dell'autonomia della donna; si è inteso così non dare facoltà di interrompere liberamente la gravidanza fuori dal quadro delle norme vigenti: i casi di violenza e il rischio di morte per la madre. (M.G.)







All the contents on this site are copyrighted ©.