Lettera dei vescovi belgi sulla questione degli abusi
“Chiediamo perdono a tutte le vittime di abusi sessuali, sia per l’aggressione che
per il trattamento inadeguato ricevuto. Chiediamo perdono, allo stesso modo, ai parenti
delle vittime e alla società per le conseguenze provocate da questi abusi. Esprimiamo
la speranza che un cammino di riconciliazione resti aperto”. E’ quanto scrivono i
vescovi del Belgio in una lettera ai fedeli dopo la loro recente visita ad limina
in Vaticano. Lo riferisce il Sir. Nel testo, diffuso oggi, l’episcopato belga ribadisce
che “la sicurezza e la protezione dei bambini ha la priorità su ogni altra cosa e
su questo punto non c’è da tergiversare. Riconosciamo – affermano i presuli – che
i responsabili della Chiesa non hanno sufficientemente compreso l’ampiezza del dramma
dell’abuso sessuale sui minori e la vastità delle conseguenze. Con questo silenzio
la reputazione dell’istituzione ecclesiale e dei suoi ministri è stata posta avanti
alla dignità delle giovani vittime. Gli abusatori hanno avuto una nuova opportunità
mentre le vittime portavano sulla loro carne ferite che si cicatrizzavano per niente
o poco”. Ringraziando “le vittime che trovano il coraggio di rompere il muro di silenzio
raccontando quanto da loro subito”, i vescovi si dicono “riconoscenti” ai membri della
commissione per il trattamento degli abusi sessuali” in quanto contribuiscono ad “instaurare
una cultura della verità e della giustizia”. Da parte loro “i responsabili della
Chiesa” sono obbligati “da questa crisi a guardare i problemi in faccia, a chiamarli
per nome e a risolverli in collaborazione con persone competenti”. Per questo come
vescovi, “con il sostegno di Benedetto XVI, prenderemo misure concrete e, dove necessario,
applicheremo ancora più severamente i criteri di selezione ed ammissione al sacerdozio
e ad ogni genere di responsabilità in seno alla Chiesa. Ci impegniamo, inoltre, ad
istituire una supervisione ed un accompagnamento più efficace per ogni operatore pastorale.
Redigeremo un codice deontologico per tutti coloro che lavorano con bambini o adulti
vulnerabili. La questione degli abusi – scrivono i vescovi nella loro lettera – tocca
anche l’esercizio dell’autorità. Ecco perché la Chiesa deve intraprendere un esame
di coscienza per cambiare quelle forme di esercizio dell’autorità che possono portare
ad abusi di potere sui minori. Ciò richiederà coraggio ed umiltà, soprattutto da parte
dei vescovi e degli altri responsabili della comunità ecclesiale”. Nel testo, infine,
i vescovi ringraziano tutti coloro che “nella Chiesa si impegnano per un mondo più
umano e giusto contribuendo annuncio del Vangelo”.