Il Papa all’udienza generale: il messaggio di Fatima si proietta oltre le minacce
e gli orrori della storia e ci invita ad avere fiducia nell’azione di Dio
“Ho esortato i credenti a farsi annunciatori della morte e risurrezione di Cristo,
cuore del cristianesimo, fulcro e sostegno della nostra fede e motivo della nostra
gioia”: così il Papa stamani all’udienza generale ha spiegato il messaggio che ha
voluto lanciare nel suo recente viaggio apostolico in Portogallo. Ha ribadito quindi
l’attualità del messaggio della Madonna di Fatima: “E’ un messaggio incentrato sulla
preghiera, sulla penitenza e sulla conversione, che si proietta oltre le minacce,
i pericoli e gli orrori della storia, per invitare l’uomo ad avere fiducia nell’azione
di Dio, a coltivare la grande Speranza, a fare esperienza della grazia del Signore
per innamorarsi di Lui, fonte dell’amore e della pace”. Ecco il testo della catechesi
del Papa:
Cari Fratelli e Sorelle,
oggi
desidero ripercorrere insieme a voi le varie tappe del Viaggio apostolico che ho compiuto
nei giorni scorsi in Portogallo, mosso specialmente da un sentimento di riconoscenza
verso la Vergine Maria, che a Fatima ha trasmesso ai suoi veggenti e ai pellegrini
un intenso amore per il Successore di Pietro. Ringrazio Dio che mi ha dato la possibilità
di rendere omaggio a quel Popolo, alla sua lunga e gloriosa storia di fede e di testimonianza
cristiana. Pertanto, come vi avevo chiesto di accompagnare questa mia visita pastorale
con la preghiera, ora vi domando di unirvi a me nel rendere grazie al Signore per
il suo felice svolgimento e la sua conclusione. Affido a Lui i frutti che ha portato
e porterà alla comunità ecclesiale portoghese e all’intera popolazione. Rinnovo l'espressione
della mia viva riconoscenza al Presidente della Repubblica, Signor Anibal Cavaco Silva
e alle altre Autorità dello Stato, che mi hanno accolto con tanta cortesia e hanno
predisposto ogni cosa perché tutto potesse svolgersi nel migliore dei modi. Con intenso
affetto, ripenso ai Confratelli Vescovi delle diocesi portoghesi, che ho avuto la
gioia di abbracciare nella loro Terra e li ringrazio fraternamente per quanto hanno
fatto per la preparazione spirituale e organizzativa della mia visita, e per il notevole
impegno profuso nella sua realizzazione. Un particolare pensiero dirigo al Patriarca
di Lisbona, Cardinale José da Cruz Policarpo, ai Vescovi di Leiria-Fatima Mons. Antonio
Augusto dos Santos Marto e di Porto Mons. Manuel Macario do Nascimento Clemente e
ai rispettivi collaboratori, come pure ai vari organismi della Conferenza Episcopale
guidata dal Vescovo Mons. Jorge Ortiga.
Lungo
tutto il viaggio, avvenuto in occasione del decimo anniversario della beatificazione
dei pastorelli Giacinta e Francesco, mi sono sentito spiritualmente sostenuto dal
mio amato predecessore, il venerabile Giovanni Paolo II, che si è recato per tre volte
a Fatima, ringraziando quella «mano invisibile» che lo ha liberato dalla morte nell’attentato
del tredici maggio, qui in questa Piazza San Pietro. La sera del mio arrivo ho celebrato
la Santa Messa a Lisbona nell’incantevole scenario del Terreiro do Paço, che si affaccia
sul fiume Tago. E’ stata un’assemblea liturgica di festa e di speranza, animata dalla
partecipazione gioiosa di numerosissimi fedeli. Nella Capitale, da dove sono partiti
nel corso dei secoli tanti missionari per portare il Vangelo in molti Continenti,
ho incoraggiato le varie componenti della Chiesa locale ad una vigorosa azione evangelizzatrice
nei diversi ambiti della società, per essere seminatori di speranza in un mondo spesso
segnato dalla sfiducia. In particolare, ho esortato i credenti a farsi annunciatori
della morte e risurrezione di Cristo, cuore del cristianesimo, fulcro e sostegno della
nostra fede e motivo della nostra gioia. Ho potuto manifestare questi sentimenti anche
nel corso dell'incontro con i rappresentanti del mondo della cultura, tenutosi nel
Centro Culturale di Belém. In tale circostanza ho posto in evidenza il patrimonio
di valori con cui il cristianesimo ha arricchito la cultura, l’arte e la tradizione
del Popolo portoghese. In questa nobile Terra, come in ogni altro Paese segnato profondamente
dal cristianesimo, è possibile costruire un futuro di fraterna intesa e di collaborazione
con le altre istanze culturali, aprendosi reciprocamente ad un dialogo sincero e rispettoso.
Mi
sono recato poi a Fatima, cittadina caratterizzata da un’atmosfera di reale misticismo,
nella quale si avverte in maniera quasi palpabile la presenza della Madonna. Mi sono
fatto pellegrino con i pellegrini in quel mirabile Santuario, cuore spirituale del
Portogallo e meta di una moltitudine di persone provenienti dai luoghi più diversi
della terra. Dopo aver sostato in orante e commosso raccoglimento nella Cappellina
delle Apparizioni nella Cova da Iria, presentando al Cuore della Vergine Santa le
gioie e le attese nonché i problemi e le sofferenze del mondo intero, nella chiesa
della Santissima Trinità ho avuto la gioia di presiedere la celebrazione dei Vespri
della Beata Vergine Maria. All’interno di questo grande e moderno tempio, ho manifestato
il mio vivo apprezzamento ai sacerdoti, ai religiosi, alle religiose, ai diaconi e
ai seminaristi venuti da ogni parte del Portogallo, ringraziandoli per la loro testimonianza
spesso silenziosa e non sempre facile e per la loro fedeltà al Vangelo e alla Chiesa.
In quest’Anno Sacerdotale, che volge al termine, ho incoraggiato i sacerdoti a dare
priorità al religioso ascolto della Parola di Dio, all’intima conoscenza di Cristo,
all’intensa celebrazione dell’Eucaristia, guardando al luminoso esempio del Santo
Curato d’Ars. Non ho mancato di affidare e consacrare al Cuore Immacolato di Maria,
vero modello di discepola del Signore, i sacerdoti di tutto il mondo.
Alla
sera, con migliaia di persone che si sono date appuntamento nella grande spianata
davanti al Santuario, ho partecipato alla suggestiva fiaccolata. E’ stata una stupenda
manifestazione di fede in Dio e di devozione alla sua e nostra Madre, espresse con
la recita del Santo Rosario. Questa preghiera tanto cara al popolo cristiano ha trovato
in Fatima un centro propulsore per tutta la Chiesa ed il mondo. La "Bianca Signora",
nell’apparizione del 13 giugno, disse ai tre Pastorelli: «Voglio che recitiate il
Rosario tutti i giorni». Potremmo dire che Fatima e il Rosario siano quasi un sinonimo.
La
mia visita in quel luogo così speciale ha avuto il suo culmine nella Celebrazione
eucaristica del 13 maggio, anniversario della prima apparizione
della Madonna a Francesco, Giacinta e Lucia. Riecheggiando le parole del profeta Isaia,
ho invitato quell’immensa assemblea raccolta, con grande amore e devozione, ai piedi
della Vergine a gioire pienamente nel Signore (cfr Is 61, 10), poiché il suo amore
misericordioso, che accompagna il nostro pellegrinaggio su questa terra, è la sorgente
della nostra grande speranza. E proprio di speranza è carico il messaggio impegnativo
e al tempo stesso consolante che la Madonna ha lasciato a Fatima. E’ un messaggio
incentrato sulla preghiera, sulla penitenza e sulla conversione, che si proietta oltre
le minacce, i pericoli e gli orrori della storia, per invitare l’uomo ad avere fiducia
nell’azione di Dio, a coltivare la grande Speranza, a fare esperienza della grazia
del Signore per innamorarsi di Lui, fonte dell’amore e della pace.
In
questa prospettiva, è stato significativo il coinvolgente appuntamento con le organizzazioni
della pastorale sociale, alle quali ho indicato lo stile del buon samaritano per andare
incontro alle necessità dei fratelli più bisognosi e per servire Cristo, promuovendo
il bene comune. Molti giovani apprendono l’importanza della gratuità proprio a Fatima,
che è una scuola di fede e di speranza, perché è anche scuola di carità e di servizio
ai fratelli. In tale contesto di fede e di preghiera, si è tenuto l’importante e fraterno
incontro con l’Episcopato portoghese, a conclusione della mia visita a Fatima: è stato
un momento di intensa comunione spirituale, in cui abbiamo insieme ringraziato il
Signore per la fedeltà della Chiesa che è in Portogallo e affidato alla Vergine le
comuni attese e preoccupazioni pastorali. Di tali speranze e prospettive pastorali
ho fatto cenno pure nel corso della Santa Messa celebrata nella storica e simbolica
città di Porto, la “Città della Vergine”, ultima tappa del mio pellegrinaggio in terra
lusitana. Alla grande folla di fedeli radunata nell’Avenida dos Aliados ho ricordato
l’impegno di testimoniare il Vangelo in ogni ambiente, offrendo al mondo Cristo risorto
affinché ogni situazione di difficoltà, di sofferenza, di paura sia trasformata, mediante
lo Spirito Santo, in occasione di crescita e di vita.
Cari
fratelli e sorelle, il pellegrinaggio in Portogallo è stato per me un'esperienza toccante
e ricca di tanti doni spirituali. Mentre mi restano fisse nella mente e nel cuore
le immagini di questo indimenticabile viaggio, l’accoglienza calorosa e spontanea,
l’entusiasmo della gente, rendo lode al Signore perché Maria, apparendo ai tre Pastorelli,
ha aperto nel mondo uno spazio privilegiato per incontrare la misericordia divina
che guarisce e salva. A Fatima, la Vergine Santa invita tutti a considerare la terra
come luogo del nostro pellegrinaggio verso la patria definitiva, che è il Cielo. In
realtà tutti siamo pellegrini, abbiamo bisogno della Madre che ci guida. “Con te camminiamo
nella speranza. Sapienza e Missione” è il motto del mio Viaggio apostolico in Portogallo,
e a Fatima la beata Vergine Maria ci invita a camminare con grande speranza, lasciandoci
guidare dalla “sapienza dall’alto”, che si è manifestata in Gesù, la sapienza dell’amore,
per portare nel mondo la luce e la gioia di Cristo. Vi invito, quindi, ad unirvi alla
mia preghiera, chiedendo al Signore di benedire gli sforzi di quanti, in quella amata
Nazione, si dedicano al servizio del Vangelo e alla ricerca del vero bene dell'uomo,
di ogni uomo. Preghiamo inoltre perché, per intercessione di Maria Santissima, lo
Spirito Santo renda fecondo questo Viaggio apostolico, e animi nel mondo intero la
missione della Chiesa, istituita da Cristo per annunciare a tutti i popoli il Vangelo
della verità, della pace e dell’amore.