2010-05-17 15:27:11

Il cardinale Sepe: a Napoli ci sia posto per tutti


“Edificare una città in cui ci sia posto per tutti, anche e soprattutto per i più deboli e i più poveri”. E’ l’appello dell’arcivescovo di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe, in un messaggio rivolto ai partecipanti alla manifestazione “Napoli città per tutti – Napoli città per il mondo”, promossa ieri pomeriggio nel capoluogo campano dalla Comunità di Sant’Egidio. “In questo modo – si legge nel documento ripreso dal Sir - Napoli ritrova anche la sua missione nel Mediterraneo e nel mondo: essere città non chiusa o ripiegata su se stessa, ma città di incontri, di scambi culturali e umani, dove si vive l’accoglienza e la solidarietà, verso i vicini e i lontani. E verso quei lontani che si fanno vicini, come gli immigrati”. In questi anni – ha ricordato il porporato - “abbiamo visto immagini che non avremmo mai voluto vedere o assistito a tragedie maturate nella miseria”. “Episodi di esplicito razzismo”, “piccoli e grandi gesti di discriminazione, rifiuto, violenza”. “Questi fatti – ha precisato il cardinale - ci addolorano perché coloro che tra di noi sono in maggiori difficoltà dovrebbero essere circondati da maggiori attenzioni, da solidarietà. Per loro dovrebbero essere anche predisposti servizi specifici”. Tali fatti – ha aggiunto il cardinale Crescenzio Sepe - “sono ferite nell’anima della nostra città”. “Se non si riconosce più il bambino, la donna, il povero, questo vuol dire che si è perduta l’umanità”. Tali episodi – ha sottolineato il porporato fanno temere che “Napoli perda la sua anima”. Napoli rischia di perdere “quella caratteristica che l’ha sempre distinta tra le città del mondo: la sua umanità generosa, aperta, solidale, comunitaria”. “Napoli – ha proseguito l’arcivescovo del capoluogo campano - deve essere una città per tutti”. “Ci vuole determinazione, generosità, tempo, pazienza, molta pazienza, per la costruzione di una convivenza che richiede, comunque, anche accettazione e rispetto delle regole”. Tutti devono fare la loro parte. “Il rapporto che Napoli saprà costruire con le piccole minoranze di sfortunati – ha osservato il porporato - sarà rivelatore della qualità della nostra convivenza”. “Napoli – ha concluso - ritrovi il suo cuore antico! Riconosca la sua vocazione per il futuro, scritta nella sua storia e nel Vangelo di Gesù Cristo annunciato dalla Chiesa fin dai tempi della prima generazione cristiana”. (A.L.)







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