Concluso il Congresso Eucaristico del Brasile: il bilancio di mons. Braz de Aviz
Si è concluso ieri a Brasilia il 16.mo Congresso Eucaristico del Brasile: l’evento
si è svolto sul tema “L’Eucaristia, pane di unità dei discepoli missionari”. L’incontro
si è ispirato anche ad un'affermazione di Benedetto XVI che ha definito Gesù-Eucaristia
come il cuore di questo Paese sudamericano. Ma cosa è emerso da questo Congresso?
Il nostro inviato Silvonei Protz lo ha chiesto all’arcivescovo di Brasilia
mons. João Braz de Aviz:
R. – Io penso
che sia venuta alla luce questa voglia grande di trovare un rapporto con Lui, un rapporto
sì personale, ma anche un rapporto come popolo. L’Eucaristia è il pane dell’unità
e ci aiuta a non chiuderci nei nostri obiettivi e nei nostri valori, ma ci aiuta ad
aprirci – proprio attraverso l’Eucaristia – a questa comunità nuova che nasce dall’Eucaristia.
Una comunità servitrice, una comunità fraterna, una comunità piena di gioia, una comunità
che dà la vita per gli altri, così come Gesù ha fatto per noi. Io penso che questo
sia quello che ci ha lasciato il Congresso Eucaristico Nazionale, insieme ad una grandissima
gioia sul volto delle persone e con una voglia immensa di essere Chiesa.
D.
– E poi con la presenza del Santo Padre, attraverso il suo Legato Pontificio…
R.
– Il cardinale Hummes è stata per noi una presenza mariana, una presenza di pastore.
Le sue omelie e la sua presenza ai due simposi, soprattutto in quello di teologia,
sono state per noi un momento di grazia, che hanno permesso una riflessione e un approfondimento
sull’Eucaristia. E’ un grande conoscitore della realtà brasiliana ed ha anche una
grande serenità e questo gli permette di parlare dal di dentro di questa nostra realtà.
Ringraziamo il Santo Padre di averci mandato un così buon inviato speciale.
D.
- Un momento molto importante di questo Congresso è stato l’incontro con gli esclusi
nella Messa della Solidarietà…
R. – Questo ci ha
fatto capire che non c’è Chiesa, se non c’è veramente questo trovare rapporto con
i più piccoli e con gli esclusi. Questo segno ce l’ha anche dato il cardinale Claudio
Hummes, perché lui stesso ha voluto che questo momento ci fosse e c'è stato. Queste
persone vivono cercando la carta che qualcuno ha già buttato via, per poter così sopravvivere.
Erano presenti alla Messa anche alcune delle cooperative che lavorano con loro. Questo
rapporto è quindi iniziato; adesso dobbiamo trovare il modo di poterlo continuare
attraverso la Caritas. (Montaggio a cura di Maria Brigini)