Kenya: i vescovi dicono no alla nuova Costituzione
"Rinnoviamo il nostro consiglio al popolo di respingere la proposta di Costiutuzione"
, un testo "fondamentalmente errato" che non può essere approvato "con la vaga speranza
che verrà modificato in seguito". Così, i vescovi keniani al termine dell’assemblea
plenaria sulla proposta di Costituzione che sarà sottoposta al voto della popolazione
attraverso un referendum. Al fianco di norme positive – sottolineano i presuli – sono
presenti anche norme che "creano problemi di ordine morale", come la clausola che
sposta l’inizio della vita dal concepimento alla nascita, e quella che istituisce
il riconoscimento delle corti civili musulmane, le cosiddette "Kadhi courts". Nel
primo caso – si legge sull’ Osservatore Romano – la Chiesa cattolica in Kenya ha fatto
notare più volte che la questione dell’aborto non è una scelta politica ma morale;
sulle corti islamiche invece i vescovi affermano che "si tratta di una questione di
uguaglianza civile di fronte allo Stato" e dunque chiedono che vengano riconosciuti
uguali diritti a tutti i membri delle fedi presenti nel Paese. "Non possiamo in coscienza
lasciare la questione ai keniani senza dare il nostro ponderato consiglio in materia
morale – spiegano i vescovi sulle ragioni del loro intervento – in modo che possano
formare la propria coscienza in accordo con la volontà di Dio, comunicataci attraverso
le leggi morali che fanno parte della nostra cara tradizione cristiana". Intanto nel
Paese è stato fondato il Movimento dei professionisti cattolici del Kenya, che, tra
l’altro, svolge un ruolo di revisione sullo stato dei diritti umani nel Paese. (C.D.L.)