Ancora scontri in Thailandia tra esercito e "camicie rosse"
Nuova giornata di scontri in Thailandia, nel centro di Bangkok tra esercito e ‘camice
rosse’. I militari si preparano a stringere l’assedio attorno alla zona occupata dagli
oppositori del governo che in queste ore hanno dato segnali di apertura al dialogo.
Intanto un civile ha perso la vita, portando a 25 il numero dei morti negli ultimi
4 giorni. Il servizio di Eugenio Bonanata:
Ancora
scene di guerriglia nel centro di Bangkok. Giornalisti sul posto riferiscono di spari
ad altezza d’uomo dell’esercito contro i dimostranti che hanno risposto con lanci
di petardi e molotov. Gli scontri hanno provocato un morto e alcuni feriti. I soccorsi
hanno difficoltà a raggiungere la zona, avvolta dal denso fumo nero proveniente da
pneumatici in fiamme. I vertici dell’esercito hanno diffuso un nuovo ultimatum: abbandonare
l’area entro domani mattina, garantendo che nessuno sarà perseguitato. L’intenzione
sembra quella di stroncare definitivamente la protesta. La strategia prevede di attuare
il blocco definitivo attorno all’accampamento degli anti-governativi - che dall’inizio
di aprile raccoglie circa sei mila persone – con l’obiettivo di impedire l’arrivo
di cibo. Predisposto un servizio di evacuazione per donne, bambini e anziani. Accantonata,
invece, l’idea di imporre il coprifuoco nella città. Le 'camicie rosse' non vogliono
altri morti e si sono dette pronte al negoziato, a condizione che sia mediato dall’Onu
e solo se il governo fermerà la repressione. L’esecutivo però ha rifiutato la proposta
e ha intimato nuovamente ai manifestanti di arrendersi. In precedenza altri leader
del movimento di protesta avevano chiesto l’intervento dell’anziano sovrano del paese,
Bhumibol, credendo fermamente, che, dato il suo carisma, sia l’unica persona in grado
di risolvere pacificamente la crisi.