Kirghizistan: tre morti negli scontri nel sud del Paese
Nuova fiammata di violenze in Kirghizistan tra i sostenitori del governo ad interim
e quelli del presidente deposto Bakiev che, da ieri, occupano alcuni edifici amministrativi
nelle città del sud del Paese. Gli scontri più duri a Jalalabad, dove si registrano
tre morti e 24 feriti. Il nuovo esecutivo di Bishkek ha intanto convocato un vertice
straordinario per discutere sull'aggravarsi della situazione nel Paese. Il servizio
di Marco Guerra:
A poco più
di un mese dalla rivolta che ha portato alla deposizione e all’esilio dell’ex capo
di Stato Bakiyev, in Kirghizistan torna altissima la tensione. Da ieri il sud del
Paese è ripiombato nel caos dopo che i fedelissimi del presidente deposto hanno occupato
gli uffici amministrativi di Osh, Jalalabad e Batken. Oggi, dopo ore di durissimi
scontri, i filo-governativi hanno ripreso il controllo del palazzo che ospita l'esecutivo
regionale a Osh. Più accanita è la resistenza a Jalalabad, dove si contano tre morti
e 24 feriti. Nella città natale e roccaforte dell'ex presidente, circa 400 suoi sostenitori
continuano infatti ad occupare gli uffici del governo regionale mentre 2000 filo governativi
si sono radunati nel centro della città. Il governo provvisorio, dal canto suo, aveva
prima minimizzato gli episodi nel sud ma ha poi chiamato a raccolta i suoi sostenitori
affinché scendano a loro volta in piazza per dimostrare di essere più forti e più
numerosi. E fra poco si terrà il vertice straordinario convocato dall’esecutivo per
discutere l'aggravarsi della situazione. Intanto si registra la secca smentita di
un consigliere del presidente deposto e del leader comunista Iskhak Masaliyev che
ieri erano stati accusati di aver fomentato i disordini. Nessun commento invece da
Bakiyev che ha ottenuto asilo politico in Bielorussia.
Afghanistan Ancora
violenze in Afghanistan, dove nelle ultime 24 lore due soldati della coalizione internazionale
hanno perso la vita in altrettanti attacchi degli insorti. L’Isaf non ha ancora rivelato
la nazionalità delle vittime, che portano a 196 i soldati stranieri morti in Afghanistan
da gennaio 2010.
Fallito attentato negli Usa Negli Stati Uniti continua
la caccia ai complici dell'autore del fallito attentato di Times Square del primo
maggio scorso, Faisal Shahzad. Ieri, a seguito di una serie di blitz in Massachusetts
e nel Maine, sono finiti in manette tre pakistani che avrebbero fornito a Shahzad
fondi per portare a termine l’attacco. Secondo fonti ufficiali citate dal Washington
Post le autorità di Islamabad hanno intanto arrestato un pachistano sospettato di
aver messo in contatto i talebani con il fallito attentatore americano. Gli inquirenti
statunitensi hanno diretto accesso al sospetto e ritengono che il suo racconto coincide
a grandi linee con quello fatto da Shahzad dopo il suo arresto.
Colloqui
Gran Bretagna – Stati Uniti Il neo ministro degli Esteri britannico William
Hague sarà tra poche ore a Washington per incontrare il segretario di Stato Hillary
Clinton ed esporre quelle che saranno le linee guida del nuovo governo in materia
di politica estera. In primo piano nei colloqui le gravi crisi internazionale in Afghanistan
e la questione del nucleare iraniano, nei confronti della quale le Nazioni Unite stanno
valutando una nuova tornata di sanzioni. Su quelli che potrebbero essere i temi dell’incontro
di Washington sentiamo John Harper, docente di politica estera americana presso
la John Hopkins University di Bologna, intervistato da Stefano Leszczynski:
R. – Era
abbastanza scontato che l’argomento numero uno sarebbe stato l’Afghanistan. Siamo
all’indomani della visita di Karzai a Washington dove ha appena passato 4 giorni.
Siccome questo è il potenziale punto dolente e anche nei rapporti tra Washington e
Londra è importante provare a chiarire che cosa ha in mente Obama e quali sono le
intenzioni del nuovo governo. Quindi è importante per entrambi le parti chiarire un
po’ le prospettive.
D. – Sembra, invece, che le idee
siano più chiare per quanto riguarda le sanzioni nei confronti dell’Iran. Questo può
essere di aiuto nell’ambito del Consiglio di sicurezza?
R.
- Può essere d’aiuto, anche se non credo che Obama sia disposto, almeno per ora, ad
adottare una linea chiaramente più dura nei confronti dell’Iran. Quindi è logico che
Hague - noto conservatore - è stato sempre molto duro su questo argomento, però non
è detto che la linea americana cambi.
D. -Il nuovo
ministro britannico è propenso ad avere un rapporto speciale con gli Stati Uniti.
Questo, considerato un po’ l’euroscetticismo dei conservatori, può influire molto
secondo lei sui rapporti tra Gran Bretagna e Europa?
R.
- Il rischio c’è ma sarei piuttosto ottimista su questo fronte se fossi un europeo.
Nel senso che lo stesso Hague ha sottolineato ieri parlando con la Bbc che vuole un
rapporto “solid but not slavish” con gli Sati Uniti, cioè solido ma non servile. Qui
c’è una critica implicita nei confronti di Tony Blair che fu criticato sia da destra
sia da sinistra di essere stato proprio servile nei confronti degli Stati Uniti. Per
quanto riguarda l’Europa, credo che l’euroscetticismo di Hague sarà controbilanciato
certamente dalla presenza di Nick Clegg, che è un noto filoeuropeo.
R.
– Allo stesso tempo la Casa Bianca ha lodato le misure economiche che sono state proposte
nell’ambito dell’Unione Europea per uscire dalla crisi. Misure che non avevano entusiasmato
invece gli inglesi. E’ possibile immaginare che si parli anche di questo a Washington?
R.
– Senz’altro si parlerà di questo. Se la linea del governo Cameron seguirà le orme
del governo precedente, quello di Brown, questo non necessariamente piacerà a Washington
che vorrebbe vedere un coinvolgimento più entusiasta, più attivo in Europa.
Euro Non
si arresta la discesa dell’Euro. Oggi la moneta unica europea ha toccato il suo nuovo
minimo, scendendo sotto la soglia 1,25 dollari per la prima volta dall'inizio di marzo
2009.
Grecia Ancora tensione in Grecia. Ieri una bomba è esplosa
ad Atene, davanti al carcere di massima sicurezza di Korydallos, ferendo 2 persone.
Tutto questo mentre si susseguono manifestazioni e scioperi contro il piano di austerità
del governo volto a risanare il dissesto finanziario greco.
India incidente È
di almeno 28 morti il bilancio di un grave incidente in India provocato dalla caduta
di un cavo ad alta tensione su un autobus pieno di passeggeri. Lo riferisce la polizia
dello Stato indiano del Madhya Pradesh. Si tratta del secondo incidente di questo
tipo in India in meno di due giorni. Giovedi' infatti sono morte 5 persone e altre
diciassette sono rimaste ferite in seguito alla caduta di un cavo ad alta tensione
sull'autobus nel quale viaggiavano nello stato orientale del Bihar.
Marea
nera Il gigante petrolifero Bp ha rinunciato ieri il secondo tentativo di
fissare una nuova cupola per arginare la perdita di greggio che si sta propagando
nelle acque di tutto il golfo del Messico. Al suo posto i tecnici tenteranno di bloccare
la fuoriuscita di 5.000 barili al giorno "inserendo" con dei robot sottomarini un
tubo all'interno della falla. Il ministro del Petrolio venezuelano, Rafael Ramirez,
intanto, ha annunciato che non ci sono rischi per l’ambiente dopo l’inabissamento
di una piattaforma di gas nel mar dei Caraibi.
Kenya È stato fissato
per il 4 agosto il referendum sulla nuova Costituzione del Kenya, cui sono chiamati
ad esprimersi oltre 12 milioni di cittadini del Paese africano. I kenioti dovranno
decidere se confermare o no il nuovo testo, approvato dal Parlamento di Nairobi il
primo aprile. La nuova Costituzione limita i poteri del presidente. (Panoramica
internazionale a cura di Marco Guerra) Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 134 E'
possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del
Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del
sito www.radiovaticana.org/italiano.