2010-05-14 15:13:28

Fatima: la riflessione della teologa Cettina Militello


La tappa più intensa di questo viaggio è stata Fatima, dove il Papa ha detto di essere venuto per pregare per l'umanità afflitta da miserie e sofferenze: ha pregato con Maria e con i tanti pellegrini che giungono in questo Santuario. Di questo rapporto tra la Chiesa e Maria, Fabio Colagrande ha parlato con una mariologa, Cettina Militello:RealAudioMP3

R. – C’è tra il popolo di Dio e Maria un legame di affetto, un legame soprannaturale, che viene proprio dal fatto che Lei è membro tipo, modello della Chiesa. Tra l’altro, il Papa non soltanto ha detto “per pregare con Maria e con i tanti pellegrini”, ma ha ricordato il convergere della Chiesa pellegrinante e questa stessa Chiesa definisce, secondo la “Lumen gentium”, un sacramento di salvezza. D’altra parte, il pregare con Maria e con i tanti pellegrini è anche uno degli atteggiamenti che caratterizzano la preghiera, che è il colloquio con Dio, ma che è anche preghiera di domanda o preghiera di apertura del proprio cuore di fronte ai problemi che l’umanità ha. E l’umanità, certamente, come continua il Papa, è afflitta da miserie e sofferenze.

 
D. – Il Papa ci ha anche detto che per entrare in contatto con una realtà che si trova oltre il sensibile, così come è avvenuto ai pastorelli di Fatima, ci vuole però una vigilanza interiore del cuore, che molto spesso oggi per la forte pressione delle realtà esterne, delle immagini e preoccupazioni che riempiono l’anima – sono parole del Papa – non riusciamo ad avere...

 
R. – Senza dubbio il nostro è un tempo di confusione e di attenzione all’esteriore, di poco silenzio. Non c’è dubbio che Dio lo si trova nel silenzio. La Bibbia ci mostra tutta una serie di contesti nei quali la Rivelazione avviene certamente mettendosi da parte, creando le condizioni per essere da Lui interpellati e per ascoltarlo. E questo ci riporta all’ascesi come pratica quotidiana, che non vuol dire necessariamente assumere atteggiamenti di distacco, di condanna nei confronti del mondo, ma vuol dire invece capire quali sono i veri valori e quindi stare in ascolto dei veri valori e, in particolare, stare in ascolto della Parola di Dio e della provocazione che essa comporta.

 
D. La Chiesa pellegrinante va verso questo luogo. Storicamente che significato ha, secondo lei?

 
R. – Vuol dire che dobbiamo accettare che ci siano contesti, momenti nei quali la normalità “esemplata” dal messaggio viene riaffermata, ripuntualizzata. Di sicuro Lourdes, Fatima e luoghi similari sono luoghi che scuotono la fede dormiente, accedono con immediatezza, soprattutto al mondo del dolore, della sofferenza, e consentono di riprendere fiato, di ripartire per rendersi di nuovo sensibili a quelli che sono i temi forti della fede; creano degli spazi che consentono l’ascolto. Se non si crea quel silenzio, se non si crea quel contesto, è difficile sfuggire a quello che è l’automatismo dispersivo della nostra esistenza oggi. Sono come oasi: momenti nei quali è possibile essere richiamati a ciò che conta e dunque ripartire.(Montaggio a cura di Maria Brigini)







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