Nuova fiammata di violenze in Kirghizistan tra i sostenitori del governo ad interim
e quelli del presidente deposto Bakiev che, da ieri, occupano alcuni edifici amministrativi
nelle città del sud del Paese. Gli scontri più duri a Jalalabad, dove si registrano
tre morti e 24 feriti. Il nuovo esecutivo di Bishkek ha intanto convocato un vertice
straordinario per discutere sull'aggravarsi della situazione nel Paese. Il servizio
di Marco Guerra: A
poco più di un mese dalla rivolta che ha portato alla deposizione e all’esilio dell’ex
capo di Stato Bakiyev, in Kirghizistan torna altissima la tensione. Da ieri il sud
del Paese è ripiombato nel caos dopo che i fedelissimi del presidente deposto hanno
occupato gli uffici amministrativi di Osh, Jalalabad e Batken. Oggi, dopo ore di durissimi
scontri, i filo-governativi hanno ripreso il controllo del palazzo che ospita l'esecutivo
regionale a Osh. Più accanita è la resistenza a Jalalabad, dove si contano tre morti
e 24 feriti. Nella città natale e roccaforte dell'ex presidente, circa 400 suoi sostenitori
continuano infatti ad occupare gli uffici del governo regionale mentre 2000 filo governativi
si sono radunati nel centro della città. Il governo provvisorio, dal canto suo, aveva
prima minimizzato gli episodi nel sud ma ha poi chiamato a raccolta i suoi sostenitori
affinché scendano a loro volta in piazza per dimostrare di essere più forti e più
numerosi. E fra poco si terrà il vertice straordinario convocato dall’esecutivo per
discutere l'aggravarsi della situazione. Intanto si registra la secca smentita di
un consigliere del presidente deposto e del leader comunista Iskhak Masaliyev che
ieri erano stati accusati di aver fomentato i disordini. Nessun commento invece da
Bakiyev che ha ottenuto asilo politico in Bielorussia.