Il Papa: la missione profetica di Fatima non è conclusa. Dio ha il potere d'infiammare
i cuori più freddi e tristi
Stamani, nella terza giornata del suo viaggio apostolico in Portogallo, il Papa ha
celebrato la Messa nella Solennità della Beata Vergine di Fatima sulla spianata del
Santuario a lei dedicato. 500 mila i pellegrini giunti per l’occasione nella cittadina
portoghese. Benedetto XVI, nella sua omelia, ha affermato che la missione profetica
di Fatima non è conclusa: l’invito di Maria alla conversione e alla penitenza conserva
tutta la sua urgenza. L’amore misericordioso di Gesù – ha aggiunto – è la nostra speranza.
Dio ha il potere d'infiammare i cuori più freddi e tristi. Linea al nostro inviato
Roberto Piermarini:
(Canto)
La
splendida e toccante immagine della Vergine, su un cuscino di fiori ha attraversato
la grande spianata di Fatima portata a braccio dai soldati dei tre rami delle Forze
armate portoghesi, tra lo sventolio frenetico di migliaia di fazzoletti agitati dai
pellegrini provenienti da tutto il Portogallo e da vari Paesi europei. La loro fede
ha sfidato il freddo ed i continui scrosci di pioggia per stringersi intorno al Papa
venuto come pellegrino ai piedi della Vergine. Presente al rito anche il presidente
della Repubblica Cavaco Silva. All’omelia il Papa ha spiegato i motivi del suo pellegrinaggio
a Fatima: per pregare con Maria per la nostra umanità afflitta da miseria e sofferenze
e per affidare alla Madonna l’intima confessione che “amo” Gesù, che la Chiesa e i
sacerdoti lo “amano” e desiderano tenere fissi gli occhi in Lui, mentre si conclude
questo Anno Sacerdotale, e per affidare alla materna protezione di Maria i sacerdoti
e tutte le persone consacrate. I pastorelli si sono innamorati di Dio in Gesù – ha
affermato il Papa – grazie alle apparizioni della Vergine Maria, ma questo non vuole
essere un evento esclusivo avvenuto 93 anni fa, Dio stesso può raggiungerci oggi,
offrendosi alla nostra visione interiore. “La nostra speranza – ha detto il Papa –
ha un fondamento reale, poggia su un evento che si colloca nella storia e al tempo
stesso la supera: è Gesù di Nazareth”: “A fé em Deus abre
ao homem o horizonte de uma esperança certa... La fede in Dio - ha
detto - apre all’uomo l’orizzonte di una speranza certa che non delude; indica un
solido fondamento sul quale poggiare, senza paura, la propria vita; richiede l’abbandono,
pieno di fiducia, nelle mani dell’Amore che sostiene il mondo”.
Benedetto
XVI è poi tornato a parlare della vita dei Pastorelli per mostrare come la vicinanza
a Dio porta a una vita più fraterna, più gioiosa, più comunitaria. “La Madonna infatti
li ha aiutati ad aprire il cuore all’universalità dell’amore”, come la beata Giacinta
instancabile nella condivisione con i poveri e nel sacrificio per la conversione dei
peccatori. “Soltanto con questo amore di fraternità e di condivisione – ha detto il
Papa – riusciremo ad edificare la civiltà dell’Amore e della Pace”. Questo non è solo
una pagina chiusa di storia. E’ una sfida per la generazione presente, una sfida per
il mondo di oggi. La missione profetica non si è conclusa, ha detto il Papa:
“Com
a família humana pronta a sacrificar os seus laços mais sagrados... Con
la famiglia umana pronta a sacrificare i suoi legami più santi sull’altare di gretti
egoismi di nazione, razza, ideologia, gruppo, individuo, è venuta dal Cielo la nostra
Madre benedetta offrendosi per trapiantare nel cuore di quanti le si affidano l’Amore
di Dio che arde nel suo. In quel tempo erano soltanto tre, il cui esempio di vita
si è diffuso e moltiplicato in gruppi innumerevoli per l’intera superficie della Terra,
in particolare al passaggio della Vergine Pellegrina, i quali si sono dedicati alla
causa della solidarietà fraterna. Possano questi sette anni che ci separano dal centenario
delle Apparizioni affrettare il preannunciato trionfo del Cuore Immacolato di Maria
a gloria della Santissima Trinità”.
Al termine
dell’Eucarestia il Papa ha benedetto ed ha rivolto una parola di speranza per i malati.
Una speranza che non rende inutile la sofferenza che se vissuta con Cristo, serve
per la salvezza dei fratelli. Cristo – ha detto – più che spiegarci le ragioni della
sofferenza, ha preferito chiamare ciascuno a seguirlo prendendo la propria croce:
“Vem
comigo. Toma parte com o teu sofrimento nesta obra de salvação... Vieni
con me. Prendi parte, con la tua sofferenza, a quest’opera di salvezza del mondo,
che si realizza mediante la mia sofferenza, per mezzo della mia Croce. Man mano che
abbracci la tua croce, - ha detto il Papa - unendoti spiritualmente alla mia Croce,
si svelerà ai tuoi occhi il significato salvifico della sofferenza. Troverai nella
sofferenza la pace interiore e perfino la gioia spirituale”.
Infine,
in più lingue, ha rivolto un saluto ai vari gruppi di pellegrini presenti a Fatima:
“Cari
fratelli e sorelle, da Fatima, dove la Vergine Maria ha lasciato un segno indelebile
del suo amore materno, invoco la sua protezione su di voi, sulle vostre famiglie,
specialmente su quanti sono nella prova. Vi benedico di cuore!”
Un
tiepido sole e un grande arcobaleno hanno fatto da sfondo alla celebrazione, simbolo
dell’alleanza che la Vergine Maria, con la sua apparizione ha rinnovato a tutta l’umanità.
(Canto)
Ascoltiamo le testimonianze di alcuni fedeli
presenti sulla spianata del Santuario di Fatima. Le ha raccolte per noi Roberto Piermarini:
D.
– Con che spirito siete venuti qui a Fatima per questa Messa di Benedetto XVI?
R.
– Con uno spirito pieno di gioia, pieno di allegria, condividiamo questo evento con
il Santo Padre e gli stiamo vicini in questo posto, dove è venuto prima Giovanni Paolo
II, e dove vogliamo ringraziare per tutti i doni e le grazie che riceviamo.
D.
– Cosa rappresenta per voi la Madonna di Fatima?
R.
– Per noi rappresenta la Madre, Colei che ci accompagna ogni giorno nella nostra vita
e ci consola. La Madre Consolatrice nelle afflizioni, ma anche Colei che ci dà molta
gioia e la sicurezza che è sempre con noi e che ci accompagna.
D.
– Con noi è una giovane che è presente qui alla Messa del Papa…
R.
– Io ho già fatto altri pellegrinaggi, ma per me è sempre una gioia poter seguire
il Santo Padre. Questi pellegrinaggi ci donano molta pace, anche per accettare quella
che è la nostra vita e la nostra storia. Torniamo, quindi, nelle nostre case, nelle
nostre famiglie con allegria.
D. – Con che spirito
siete venuti qui a Fatima per questa Messa con Benedetto XVI?
R.
– Per arrivare ci abbiamo impiegato quasi tre giorni, perché siamo venuti con la nave
da Napoli. Sicuramente lo spirito è quello di penitenza, come dice Benedetto XVI:
penitenza per i cristiani e soprattutto in questo periodo abbastanza critico per la
Chiesa.
D. – Qual è il messaggio per la vostra vita
viene dalla Vergine di Fatima?
R. – Sicuramente una
chiamata alla conversione, ad un cambiamento di vita radicale al quale ci invita sia
il Santo Padre, sia anche questo luogo. E’ la prima volta che sono qui e devo dire
che si vive uno spirito di preghiera forte, si tocca con mano. Io sono qui con la
mia famiglia e siamo tutti contenti di essere qui ad ascoltare la voce del Santo Padre
e il messaggio di Fatima.