2010-05-12 15:49:25

Regno Unito: Cameron al lavoro per un governo di coalizione con i lib-dem


Il nuovo primo ministro britannico, il leader conservatore David Cameron, è al lavoro per la formazione del suo governo assieme ai liberal-democratici (lib-dem), la prima coalizione degli ultimi 70 anni in Gran Bretagna. Ai Tories sono arrivate le congratulazioni del presidente statunitense Obama, del presidente della Commissione europea Barroso e del segretario generale della Nato Rasmussen. Da Londra ci riferisce Sagida Syed:RealAudioMP3

David Cameron in serata è stato accolto dalla regina Elisabetta dopo che il premier Gordon Brown aveva dato le sue dimissioni. Cameron formerà un governo con i liberal-democratici con cui è stato raggiunto un accordo e a cui andranno alcune posizioni-chiave a partire da Nick Clegg, per cui si profila un ruolo da vice-premier. Parlando per la prima volta a Downing Street, Cameron ha ringraziato il suo predecessore per aver reso il Paese più unito all’interno e più compassionevole all’estero e non ha nascosto le difficoltà di un governo di coalizione, ma ha aggiunto che lavorerà secondo i punti del suo programma e per affrontare i problemi sociali, il contenimento del deficit e la riforma elettorale. E dopo la conferma di George Osborne al ministero delle Finanze e di William Hague agli Esteri, si attende ora la lista completa dei nuovi ministri, mentre per i laburisti sconfitti inizia un periodo di riflessione e di rinnovamento, a partire dall’elezione di un nuovo leader entro l’estate.
 
La soluzione emersa dal complesso panorama politico britannico premia dunque i liberal-democratici, il partito di minoranza relativa, con posizioni di rilievo nell’ambito del nuovo esecutivo. Primo tra tutti spicca, infatti, il ruolo di vice premier del loro leader Nick Clegg. Molti osservatori si rivelano dubbiosi sulla tenuta di una coalizione come quella messa in piedi da David Cameron, ma il patto stretto dai due leader e orientato verso una riforma istituzionale potrebbe addirittura dare vita ad un nuovo sistema politico in Gran Bretagna. In ogni modo, i liberal-democratici, che non hanno ottenuto i seggi che speravano dai sondaggi, sono a tutt'oggi il partito che può decidere del futuro politico del Paese. Sentiamo Mathiew Fford, docente di storia contemporanea presso l’Università Lumsa di Roma, intervistato da Stefano Leszczynski:RealAudioMP3

R. – La situazione è proprio così e in un certo senso è un po’ paradossale. Il partito più piccolo, con questa sessantina di seggi, ha scelto il governo: il centrodestra, formato dal partito conservatore e dal partito liberal-democratico, può guidare una maggioranza efficace presso la Camera dei Comuni. L’altra cosa, ancora troppo presto da vedere, sarà proprio l’impatto delle richieste liberal-democratiche sul programma di questo governo. Ma finora, sembra che una notevole influenza ci sia già.
 
D. – Tra le aspirazioni dei liberal-democratici c’è quella della riforma elettorale …
 
R. – Qui il punto è che si propone il cosiddetto “voto alternativo”. Questa è una riforma non molto ampia. Sicuramente non è proporzionale, è soltanto un modo per migliorare leggermente il sistema uninominale a turno unico che abbiamo! Si calcola che, se ci fosse stato questo sistema durante le ultime elezioni, il partito liberal-democratico avrebbe guadagnato altri 20 seggi, il partito conservatore avrebbe perso altri 20 seggi e il partito laburista ne avrebbe guadagnati cinque. Quindi, in realtà, non è una grande riforma, ma anche una simile, sia pur piccola riforma, potrebbe aumentare ulteriormente il peso del partito liberal-democratico, e questo naturalmente indicherebbe che la strada del futuro potrebbe essere di nuovo quella di un governo di coalizione.
 
D. – C’è il pericolo nel sistema inglese che si verifichi un “ribaltone”, cioè che ad un certo punto il partito di minoranza decida di cambiare alleato e creare una nuova maggioranza?
 
R. – Tutto è possibile, direi, nel mondo politico. Il potere è ciò che è e ci sono sempre crisi esterne imprevedibili. Però, quello che è interessante nell’accordo attuale tra i due partiti di governo, è avere un governo che duri diversi anni; vogliono anche introdurre una legislatura di cinque anni in cui non sia possibile avere uno scioglimento e nuove elezioni. E’ chiaro che questo tipo di sviluppo, che rientra in un programma più ampio di riforme del sistema politico e anche costituzionale, vuole impedire proprio questo tipo di rischio!







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