La Commissione Ue chiede una stretta sui conti e attenzione al debito
Rafforzare il Patto europeo di stabilità e di crescita, mettendo sotto osservazione
speciale anche i debiti e prevedendo sanzioni per chi viola gli impegni presi: questi
i punti centrali della proposta avanzata oggi dalla Commissione Ue per rafforzare
il coordinamento delle politiche economiche e di bilancio all'interno della zona euro.
La Commissione chiede di attuare una vigilanza preventiva sulle finanze pubbliche
degli Stati membri; di introdurre dal 2011 un “semestre europeo” nel corso del quale
“coordinare e sincronizzare” le manovre di bilancio e le riforme dei vari Paesi; di
creare un meccanismo permanente di risoluzione delle crisi. In pratica, Bruxelles
spinge per una decisa stretta sui conti dei Paesi dell'Eurozona, “affilando i denti”
del Patto Ue e allargandone il campo d'azione. Una svolta di rigore divenuta più che
mai necessaria alla luce di una crisi dell'Eurozona senza precedenti. Col maxi piano
per la stabilizzazione dell'euro, ha spiegato il presidente della Commissione Ue,
Barroso, “l'Europa ha affrontato l'emergenza immediata ma ora c'è bisogno di rafforzare
la governance economica dell'Europa, mettendo in campo gli strumenti per un rafforzamento
del Patto e della crescita dell'economia”. Il Commissario agli affari economici e
monetari, Olli Rehn, sottolinea che “il coordinamento delle politiche di bilancio
va fatto in maniera preventiva, per assicurare che i bilanci nazionali siano coerenti
con la dimensione europea”. E poi raccomanda che, “contrariamente a quanto avvenuto
in passato si ponga maggiormente l'accento sulla situazione del debito nei vari Paesi
dell'euro”, in particolare in quelli dove il debito supera il 100%. Attualmente, secondo
le ultime previsioni economiche della Commissione Europea, i Paesi della zona euro,
che hanno e continueranno ad avere nei prossimi due anni un debito pubblico superiore
al 100% sono la Grecia, la Spagna, l'Italia.
In Grecia entro oggi la prima
tranche di aiuti economici Entro la giornata di oggi arriverà la prima tranche
di 5,5 miliardi di euro degli aiuti del Fondo monetario internazionale, nel quadro
del pacchetto di salvataggio messo a punto dal Fmi insieme all'Ue. Lo hanno confermato
all'Ansa fonti della Banca di Grecia dove sono attesi i fondi. Nei prossimi giorni
è atteso anche un primo versamento da parte dell'Ue, per far fronte ai 9 miliardi
di euro che Atene ha in scadenza il 19 maggio. Intanto, i sindacati dei dipendenti
pubblici "Adedy" e del settore privato "Gsee" hanno annunciato un nuovo sciopero generale
il 19 maggio contro il piano di austerità e la riforma delle pensioni.
103
vittime e un solo superstite di 8 anni nella sciagura aerea di stamane a Tripoli Sciagura
aerea questa mattina all’aeroporto di Tripoli, in Libia, dove un velivolo dell’Afriqiyah
Airways è esploso durante la fase dell’atterraggio. 103 le vittime, ed un unico superstite:
un bambino olandese di 8 anni. Il servizio è di Salvatore Sabatino:
Avrebbe mancato
la pista di un solo metro l’airbus A 300 dell’Afriqiyah Airways proveniente
da Johannesburg, esplodendo quando ha toccato la pista. Sono i tecnici dell’aeroporto
di Tripoli a comunicare la dinamica del disastro; parlano di guasto tecnico, escludendo
che ci possa essere una relazione con la nube di cenere del vulcano islandese che
ieri ha attraversato i cieli del Marocco e che oggi sta transitando sull'Algeria.
Esclusa pure la matrice terroristica. A bordo del velivolo si trovavano
104 persone, 93 passeggeri e 11 componenti dell'equipaggio. 61 vittime sono di nazionalità
olandese, così come l’unico superstite, un bambino di 8 anni. Fonti giornalistiche
sul posto riferiscono che sono state rafforzate tutte le misure di sicurezza nella
zona dell'aeroporto, dove sono giunte ambulanze e mezzi della protezione civile che
fanno la spola con gli ospedali della capitale libica. Già 93 i corpi recuperati.
Il velivolo precipitato era stato sottoposto a manutenzione ordinaria l'ultima
volta lo scorso 5 marzo. Le verifiche erano state effettuate da un team di tecnici
della Lufthansa, che non avevano riscontrato alcun problema strutturale.
Preoccupazione
per i ripetuti episodi di inquinamento chimico nelle scuole afghane Il rappresentante
speciale del segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon in Afghanistan, Staffan de Mistura,
ha manifestato “preoccupazione” oggi a Kabul per i ripetuti episodi di studentesse
afghane ricoverate in ospedale per la presenza nelle loro classi di contaminanti chimici.
In un comunicato il responsabile dell'Unama ha indicato che due organismi dell'Onu,
il Who e l'Unicef, stanno collaborando con le autorità nazionali e provinciali afghane
per indagare su quanto successo in istituti scolastici di Kunduz, Daikundi e Kabul.
Campioni di sangue delle ragazze, segnala De Mistura, sono stati prelevati e inviati
in laboratori all'estero perchè nel Paese non esistono laboratori dove poter realizzare
specifici test per risalire all'origine del prodotto inalato. Intanto, un uomo armato
ha ucciso a Kandahar, capoluogo della omonima provincia meridionale afghana, un ufficiale
della polizia responsabile della prigione cittadina. Poco prima, in un attentato,
erano rimasti feriti due agenti di polizia e due civili vicino al commissariato centrale
della città. Negli ultimi due mesi, una ventina fra funzionari amministrativi ed esponenti
tribali della provincia sono stati uccisi a Kandahar dove militari afghani e forze
della Coalizione internazionale stanno preparando una offensiva per giugno contro
i talebani.
Due bimbe uccise dallo scoppio di una granata nella periferia
di Peshawar Due sorelline di 4 e 6 anni sono state uccise dallo scoppio di
una granata lanciata in una casa in costruzione nella periferia di Peshawar, in Pakistan,
dove si trovavano in compagnia di altri piccoli amici. L'ordigno ha colpito un gruppo
di piccoli, tra i tre e i sei anni, che stavano giocando in un cantiere edilizio nella
zona di Khazana, un sobborgo della turbolenta città nord occidentale pachistana. Altri
due bambini sono stati feriti nell'esplosione e sono stati trasportati all'ospedale.
Il padre, Rais Khan, ha detto ai giornalisti che si è trattato di una ritorsione per
il suo rifiuto di pagare un pizzo a “protettori” del quartiere. Dopo l'accaduto, una
folla infuriata è scesa in strada ed ha bloccato la circolazione stradale per protestare
contro l'attacco e per chiedere alla polizia di punire i responsabili.
Quattro
persone morte per scontri al confine tra Macedonia e Kosovo Quattro persone
sono morte in uno scontro a fuoco avvenuto la notte scorsa al confine fra Macedonia
e Kosovo. Lo ha detto all'Ansa Ivo Koterski, portavoce della polizia macedone, precisando
che l'incidente è avvenuto nei pressi del villaggio di Resce, poco lontano dalla frontiera
con il Kosovo. Gli agenti hanno cercato di fermate un minibus con a bordo quattro
uomini armati. Quando il mezzo si è fermato, gli occupanti hanno aperto il fuoco contro
i poliziotti, che hanno risposto sparando e uccidendo i quattro uomini. La regione
montagnosa a nord di Skopje, con massiccia presenza di popolazione di etnia albanese,
è stata teatro di scontri particolarmente violenti durante il conflitto armato tra
forze macedoni e separatisti albanesi nel 2001. Quello della notte scorsa è con tutta
probabilità l'incidente più grave dalla fine di quel conflitto. Un quarto dei circa
2 milioni di abitanti della Macedonia è di etnia albanese.
In Nepal è stallo
politico: ancora rinvii per la nuova Costituzione È ormai praticamente certo:
il testo della nuova Costituzione del Nepal non potrà essere definito entro la data
del 24 maggio 2010, fissata per la fine dei lavori della Costituente. Lo ha annunciato
il premier nepalese Madhav Kumar Nepal, prima di essere ricevuto dal presidente della
Repubblica Ram Baran Yadav, cui ha illustrato l'ipotesi di trovare un meccanismo per
estendere i lavori della assemblea costituente. Da mesi la vita politica nepalese
è paralizzata e il governo del Nepal, appoggiato da una quindicina di formazioni politiche,
è sottoposto alla pressione del Partito comunista del Nepal (Ucpn, maoista), che è
il più importante del Paese e che attualmente è all'opposizione. Uno sciopero, organizzato
dall'Ucpn fra l'1 e il 7 maggio, ha praticamente bloccato ogni attività nel Paese.
Attualmente il suo leader ed ex premier, Pushpa Kamal Dahal, conosciuto da tutti come
Prachanda, ha proposto un governo di unità nazionale da lui presieduto per portare
a termine i lavori della Costituente.
Sempre più alta la tensione a Bangkok L’esercito
thailandese stringe la morsa intorno ai manifestanti antigovernativi, che occupano
il cuore di Bangkok, dopo il loro rifiuto di porre fine alla protesta per le mancate
condizioni di accordo col Governo. Ieri, infatti, le Camicie rosse avevano chiesto
l’incriminazione e non la semplice convocazione, come accaduto, del vicepremier in
relazione alla morte di 25 persone negli scontri del 10 aprile. Dunque, dopo cinque
settimane i presidi restano a Bangkok, dove la situazione è grave, come spiega, al
microfono di Gabriella Ceraso, Stefano Vecchia raggiunto telefonicamente
in città:
R. – Il problema
è la base delle Camicie Rosse, i leader che finora hanno avuto un ruolo di comprimari,
che però stanno in qualche modo riprendendo ora il potere all’interno del movimento.
Non accettano la resa, anche perché su di essi pesa l’accusa di avere sfidato la legge
sulla sicurezza nazionale ed anche l’accusa di terrorismo.
D.
– Puoi confermare che uno dei motivi di questa opposizione che continua è il rifiuto
del vice primo ministro di rispondere in tribunale degli scontri del 10 aprile?
R.
– Sì, questo è quello che viene messo davanti, dalle Camicie Rosse. Loro dicono sostanzialmente:
“Se noi siamo accusati di terrorismo, per avere combattuto contro le forze dell’ordine,
a maggior ragione voi, governo e soprattutto il vice primo ministro, responsabile
della sicurezza nazionale, dovrebbe finire sotto processo per lo stesso reato di terrorismo,
in quanto è responsabile di queste morti di civili, oltre che dei sei militari uccisi
durante gli scontri”.
D. – L’ultimatum posto dal
premier alle Camicie Rosse, dunque, lascia poco tempo per scegliere il da farsi e
non solo, i termini sono molto duri e proprio per la popolazione?
R.
– Assolutamente sì. Se non ci dovesse essere una resa, alle condizioni del governo,
entro le prossime ore, dalla mezzanotte di oggi inizierà ad essere tagliata la corrente
elettrica, l’acqua e verranno bloccati i viveri di un gran numero di donne, bambini
ed anziani. Ci sono anche molti monaci. Una protesta veramente di tutte le componenti
sociali meno favorite di questo Paese. Il governo ha già preavvisato che i provvedimenti
dalla mezzanotte in avanti toccheranno indiscriminatamente tutti.
Sette
bambini e una maestra uccisi in un asilo in Cina da uno squilibrato È salito
a otto vittime – sette bambini e un'insegnante - il bilancio dell'attacco contro un
asilo cinese compiuto stamani da uno squilibrato, che in seguito si è suicidato. Ne
dà notizia l'agenzia Nuova Cina. L'attacco è avvenuto in un asilo della provincia
nord occidentale cinese dello Shaanxi. L'aggressore è poi tornato a casa, dove si
è tolto la vita. Dei sette bambini morti cinque erano maschi e due femmine. Undici
bambini e un altro adulto sono rimasti feriti, e portati in ospedale. Due dei bambini
ricoverati sarebbero in condizioni critiche. (Panoramica internazionale a cura
di Fausta Speranza)
Bollettino del
Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 132 E'
possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del
Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del
sito www.radiovaticana.org/italiano.