A padre Cantalamessa il Premio Paoline Comunicazione e Cultura 2010
Per essere un buon comunicatore, “l’essenziale è il rapporto di fiducia tra chi parla
e chi ascolta”. Lo ha detto padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa pontificia,
ricevendo ieri il Premio Paoline Comunicazione e Cultura 2010, consegnato al termine
del convegno organizzato alla Lateranense nell’ambito della Settimana della Comunicazione
e in vista della Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali. Lo riferisce il Sir.
“Se ti fidi – ha spiegato il religioso ripercorrendo le tappe del suo “costante impegno
pastorale esercitato a servizio della Parola”, come recita la motivazione del premio
– la gente capisce che tu ti apri, e apri in dialogo con loro”. Secondo padre Cantalamessa,
“il prete nei media deve essere un annunciatore della Buona Novella, e questo dà luogo
ad una figura totalmente diversa, perché il Vangelo è totalmente altro, ma nello stesso
tempo è qualcosa che risponde talmente ai desideri più profondi dell’uomo da scavalcare
tutte le difficoltà”. Tra gli ostacoli principali ad una buona comunicazione, il francescano
ha citato “l’ecclesiastichese, che fa sì che il messaggio della Chiesa fatichi ad
uscire dai propri circuiti”. La virtù da recuperare, invece, è la semplicità: “Non
c’è una verità così profonda che, col linguaggio adatto, non si possa portare alla
comprensione di ogni persona”, ha concluso il religioso.