2010-05-11 15:40:26

Mons. Mamberti: la presenza della fede nella dimensione pubblica è un contributo per tutti


La presenza della religione nella dimensione pubblica è a vantaggio di tutti: è quanto sottolineato da mons. Dominique Mamberti alla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, in occasione di un Convegno sul tema “La religione nella sfera pubblica in Canada”. L’evento alla Casina Pio IV in Vaticano è stato promosso dall’ambasciata canadese presso la Santa Sede nell’ambito delle celebrazioni per il 40.mo anniversario dello stabilimento delle relazioni diplomatiche tra Canada e Vaticano. L’indirizzo d’omaggio è stato pronunciato dall’ambasciatore canadese presso la Santa Sede, la signora Anne Leahy. Il servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3

La dimensione pubblica della religione è un contributo al bene comune a vantaggio di tutti, credenti e non credenti: è quanto affermato dal segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, mons. Dominique Mamberti, che si è soffermato sulla prospettiva cristiana della religione nello spazio pubblico. Il presule ha sottolineato che la fede non è mai solo individuale, ma anche comunitaria e dunque ha, necessariamente, una dimensione pubblica e sociale. Del resto, ha proseguito, i credenti sono interessati al bene comune, come dimostra l’impegno in settori particolari come l’educazione e la sanità. Mons. Mamberti ha ricordato il riconoscimento del ruolo della religione da parte di documenti come la Convenzione di Vienna del 1989 e il Trattato di Lisbona. Al contempo, ha rilevato che nell’attuale fase di secolarizzazione c’è la tendenza ad escludere la religione, bandendo i simboli religiosi. Un’ideologia, ha detto ancora, che tende a privatizzare la fede.
 
Mons. Mamberti ha quindi rivolto il pensiero al dialogo interreligioso, una sfida sempre più urgente in un mondo ormai globalizzato. Inoltre, il presule ha ribadito, riecheggiando le parole di Benedetto XVI alla Moschea di Amman, l’incompatibilità della religione con la violenza. La Santa Sede, ha ricordato, si è sempre battuta per la promozione della libertà religiosa nelle istanze internazionali. Quindi, ha evidenziato l’impegno della Chiesa cattolica contro la cristianofobia, un fenomeno che ha tre caratteristiche: la disinformazione sui cristiani, l’intolleranza e la violenza anche persecutoria. Grazie a questo impegno della Santa Sede, ha rammentato, l’espressione "cristianofobia" è stata introdotta per la prima volta nel 2003 in documenti dell’Onu, associandola all'islamofobia e all'antisemitismo. Oggi, ha aggiunto, esiste inoltre un rappresentante dell’Osce per la lotta contro l’intolleranza e la discriminazione dei cristiani e dei membri delle altre religioni. Alla conferenza sono intervenuti anche la prof.ssa Solange Lefebvre, dell’Università di Montréal, e il prof. Iain T. Benson di Toronto. La prima relatrice si è soffermata sul cattolicesimo canadese francofono difronte alla diversità religiosa; il prof. Benson è invece intervenuto sul tema dell'inclusività religiosa nello spazio pubblico nel sistema canadese.







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