L’omelia del Papa a Lisbona: troppa fiducia in strutture e programmi ecclesiali, riannunciate
con forza la risurrezione di Gesù perché la fede non sia insipida
Nel pomeriggio il Papa ha raggiunto il Terreiro do Paço, il nome storico dell’attuale
Piazza del Commercio a Lisbona, per la celebrazione della Santa Messa. Nell’omelia
ha ricordato che i missionari portoghesi hanno diffuso la fede lungo i secoli in tutti
i continenti, sottolineando come ancora oggi sia necessario testimoniare con entusiasmo
il Vangelo. Poi ha parlato dei tanti Santi dati alla luce dalla Chiesa. “Sappiamo
– ha aggiunto - che non le mancano figli riottosi e persino ribelli, ma è nei Santi
che la Chiesa riconosce i propri tratti caratteristici e, proprio in loro, assapora
la sua gioia più profonda ….Fissando lo sguardo sui propri Santi, questa Chiesa locale
ha giustamente concluso che oggi la priorità pastorale è quella di fare di ogni donna
e uomo cristiani una presenza raggiante della prospettiva evangelica in mezzo al mondo,
nella famiglia, nella cultura, nell’economia, nella politica. Spesso – ha proseguito
- ci preoccupiamo affannosamente delle conseguenze sociali, culturali e politiche
della fede, dando per scontato che questa fede ci sia, ciò che purtroppo è sempre
meno realista. Si è messa una fiducia forse eccessiva nelle strutture e nei programmi
ecclesiali, nella distribuzione di poteri e funzioni; ma cosa accadrà se il sale diventa
insipido? Affinché ciò non accada – ha rilevato il Papa - bisogna annunziare di nuovo
con vigore e gioia l’evento della morte e risurrezione di Cristo, cuore del cristianesimo,
fulcro e sostegno della nostra fede, leva potente delle nostre certezze, vento impetuoso
che spazza via qualsiasi paura e indecisione, qualsiasi dubbio e calcolo umano. La
risurrezione di Cristo ci assicura che nessuna potenza avversa potrà mai distruggere
la Chiesa. Quindi la nostra fede ha fondamento, ma c’é bisogno che questa fede diventi
vita in ognuno di noi. C’è dunque un vasto sforzo capillare da compiere affinché ogni
cristiano si trasformi in un testimone in grado di rendere conto a tutti e sempre
della speranza che lo anima (cfr 1Pt 3,15): soltanto Cristo può soddisfare pienamente
i profondi aneliti di ogni cuore umano e dare risposte ai suoi interrogativi più inquietanti
circa la sofferenza, l’ingiustizia e il male, sulla morte e la vita nell’Aldilà”.
Quindi ha invitato in particolare i giovani ad annunciare Cristo ai loro coetanei:
“Dite loro che è bello essere amico di Gesù e vale la pena seguirlo. Con il vostro
entusiasmo mostrate che, fra tanti modi di vivere che il mondo oggi sembra offrici
– apparentemente tutti dello stesso livello –, l’unico in cui si trova il vero senso
della vita e quindi la gioia vera e duratura è seguendo Gesù”. Ecco il testo dell’omelia
del Papa:
Carissimi Fratelli e Sorelle,
Giovani
amici!
«Andate dunque e fate discepoli
tutti i popoli, […] insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed
ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,19-20). Queste
parole di Cristo risorto si rivestono di particolare significato in questa città di
Lisbona, da dove sono partiti in grande numero generazioni e generazioni di cristiani
– Vescovi, sacerdoti, consacrati e laici, uomini e donne, giovani e meno giovani -,
obbedendo all’appello del Signore e armati semplicemente di questa certezza che Egli
ha loro lasciato: «Io sono con voi tutti i giorni». Glorioso è il posto che il Portogallo
si è guadagnato in mezzo alle nazioni per il servizio offerto alla diffusione della
fede: nelle cinque parti del mondo ci sono Chiese locali che hanno avuto origine dall’azione
missionaria portoghese.
In passato, la
vostra partenza alla ricerca di altri popoli non ha impedito né distrutto i vincoli
con ciò che eravate e credevate, anzi, con cristiana saggezza, siete riusciti a trapiantare
esperienze e particolarità, aprendovi al contributo degli altri per essere voi stessi,
in un’apparente debolezza che è forza. Oggi, partecipando all’edificazione della Comunità
europea, portate il contributo della vostra identità culturale e religiosa. Infatti
Gesù Cristo, così come si è unito ai discepoli sulla strada di Emmaus, così anche
oggi cammina con noi secondo la sua promessa: «Io sono con voi tutti i giorni, fino
alla fine del mondo». Pur se diversa da quella degli Apostoli, abbiamo anche noi una
vera e personale esperienza del Signore risorto. La distanza dei secoli viene superata
e il Risorto si offre vivo e operante, per il nostro tramite, nell’oggi della Chiesa
e del mondo. Questa è la nostra grande gioia. Nel fiume vivo della Tradizione ecclesiale,
Cristo non si trova a duemila anni di distanza, ma è realmente presente tra noi e
ci dona la Verità, ci dona la luce che ci fa vivere e trovare la strada verso il futuro.
Presente
nella sua Parola, nell’assemblea del popolo di Dio con i suoi Pastori e, in modo eminente,
nel sacramento del suo Corpo e del suo Sangue, Gesù è qui con noi. Saluto il Signor
Cardinale Patriarca di Lisbona, che ringrazio per le affettuose parole che mi ha rivolto,
all’inizio della celebrazione, a nome della sua comunità che mi accoglie e che io
abbraccio nei suoi quasi due milione di figli e figlie; a tutti voi qui presenti –
amati Fratelli nell’episcopato e nel sacerdozio, carissime donne e uomini consacrati
e fedeli laici impegnati, care famiglie e giovani, battezzati e catecumeni – rivolgo
il mio saluto fraterno e amico, che estendo a quanti si trovano uniti a noi attraverso
la radio e la televisione. Ringrazio sentitamente il Signor Presidente della Repubblica
per la sua presenza e le altre Autorità, in particolare il Sindaco di Lisbona, che
ha avuto la cortesia di consegnarmi le chiavi della città.
Lisbona
amica, porto e riparo di tante speranze che ti venivano affidate da chi partiva e
che desiderava chi ti faceva visita, mi piacerebbe oggi servirmi di queste chiavi
che mi hai consegnate perché tu possa fondare le tue umane speranze sulla Speranza
divina. Nella lettura appena proclamata, tratta dalla Prima Lettera di San Pietro,
abbiamo sentito: «Ecco, io pongo in Sion una pietra d’angolo, scelta, preziosa, e
chi crede in essa non resterà deluso». E l’Apostolo spiega: Avvicinatevi al Signore,
«pietra viva, rifiutata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio» (1 Pt 2,6.4).
Fratelli e sorelle, chi crede in Gesù non resterà deluso: è Parola di Dio, che non
si inganna né può ingannarci. Parola confermata da una «moltitudine immensa, che nessuno
poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua» e quali sono stati contemplati
dall’autore dell’Apocalisse «avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palme nelle
loro mani» (Ap 7,9). In questa moltitudine innumerevole non ci sono soltanto i Santi
Verissimo, Massima e Giulia, qui martirizzati nella persecuzione di Diocleziano, o
San Vincenzo, diacono e martire, patrono principale del Patriarcato; Sant’Antonio
e San Giovanni di Brito che sono partiti da qui per seminare il buon seme di Dio presso
altre terre e popoli, o San Nuno di Santa Maria che, da poco più di un anno, ho iscritto
nel libro dei Santi. Ma viene formata dai «servi del nostro Dio» di tutti i tempi
e luoghi, sulla cui fronte è stato tracciato il segno della croce con «il sigillo
del Dio vivente» (Ap 7,2): lo Spirito Santo. Si tratta del rito iniziale compiuto
su ognuno di noi nel sacramento del Battesimo, per mezzo del quale la Chiesa dà alla
luce i «santi».
Sappiamo che non le mancano
figli riottosi e persino ribelli, ma è nei Santi che la Chiesa riconosce i propri
tratti caratteristici e, proprio in loro, assapora la sua gioia più profonda. Li accomuna
tutti la volontà di incarnare il Vangelo nella propria esistenza, sotto la spinta
dell’eterno animatore del Popolo di Dio che è lo Spirito Santo. Fissando lo sguardo
sui propri Santi, questa Chiesa locale ha giustamente concluso che oggi la priorità
pastorale è quella di fare di ogni donna e uomo cristiani una presenza raggiante della
prospettiva evangelica in mezzo al mondo, nella famiglia, nella cultura, nell’economia,
nella politica. Spesso ci preoccupiamo affannosamente delle conseguenze sociali, culturali
e politiche della fede, dando per scontato che questa fede ci sia, ciò che purtroppo
è sempre meno realista. Si è messa una fiducia forse eccessiva nelle strutture e nei
programmi ecclesiali, nella distribuzione di poteri e funzioni; ma cosa accadrà se
il sale diventa insipido?
Affinché ciò
non accada, bisogna annunziare di nuovo con vigore e gioia l’evento della morte e
risurrezione di Cristo, cuore del cristianesimo, fulcro e sostegno della nostra fede,
leva potente delle nostre certezze, vento impetuoso che spazza via qualsiasi paura
e indecisione, qualsiasi dubbio e calcolo umano. La risurrezione di Cristo ci assicura
che nessuna potenza avversa potrà mai distruggere la Chiesa. Quindi la nostra fede
ha fondamento, ma c’é bisogno che questa fede diventi vita in ognuno di noi. C’è dunque
un vasto sforzo capillare da compiere affinché ogni cristiano si trasformi in un testimone
in grado di rendere conto a tutti e sempre della speranza che lo anima (cfr 1Pt 3,15):
soltanto Cristo può soddisfare pienamente i profondi aneliti di ogni cuore umano e
dare risposte ai suoi interrogativi più inquietanti circa la sofferenza, l’ingiustizia
e il male, sulla morte e la vita nell’Aldilà.
Carissimi
Fratelli e giovani amici, Cristo è sempre con noi e cammina sempre con la sua Chiesa,
la accompagna e la custodisce, come Egli ci ha detto: «Io sono con voi tutti i giorni,
fino alla fine del mondo» (Mt 28,20). Non dubitate mai della sua presenza! Cercate
sempre il Signore Gesù, crescete nella amicizia con lui, ricevetelo nella comunione.
Imparate ad ascoltare la sua parola e anche a riconoscerlo nei poveri. Vivete la vostra
esistenza con gioia ed entusiasmo, sicuri della sua presenza e della sua amicizia
gratuita, generosa, fedele fino alla morte di croce. Testimoniate a tutti la gioia
per questa sua presenza forte e soave, cominciando dai vostri coetanei. Dite loro
che è bello essere amico di Gesù e vale la pena seguirlo. Con il vostro entusiasmo
mostrate che, fra tanti modi di vivere che il mondo oggi sembra offrici – apparentemente
tutti dello stesso livello –, l’unico in cui si trova il vero senso della vita e quindi
la gioia vera e duratura è seguendo Gesù. Cercate ogni giorno la protezione di Maria,
Madre del Signore e specchio di ogni santità. Ella, la Tutta Santa, vi aiuterà ad
essere fedeli discepoli del suo Figlio Gesù Cristo.