Il Papa ai giornalisti sull'aereo: la più grande persecuzione della Chiesa non viene
dai nemici esterni ma dai peccati al suo interno
Il rapporto tra secolarizzazione e fede, la crisi economica e i suoi influssi sull’Europa,
il senso dell’imminente pellegrinaggio a Fatima, con una riflessione sulle ferite
più recenti patite dalla Chiesa, come quella degli abusi sessuali, che trovano eco
nel messaggio stesso di Fatima. Sono i temi affrontati questa mattina da Benedetto
XVI nell’incontro con i giornalisti a bordo del volo papale diretto a Lisbona. Riferendosi
in particolare alla questione degli abusi commessi dal clero, Benedetto XVI ha affermato
che “le più grandi persecuzioni” contro la Chiesa oggi vengono non da fuori ma “dai
peccati” al suo interno. Il servizio di Alessandro De Carolis:
Le parole
di Benedetto XVI echeggiano chiare e incisive all’interno dell’Airbus 320 dell’Alitalia,
gremito dai giornalisti come sempre ansiosi di ascoltare le prime considerazioni del
Papa all’inizio di un viaggio apostolico. La terza domanda dei cronisti tocca uno
dei punti nevralgici: è possibile cogliere nel Messaggio di Fatima, chiedono, oltre
a ciò che riguardò Giovanni Paolo II e l’attentato subito, anche il senso delle sofferenze
che vive la Chiesa contemporanea, scossa dalle vicende degli abusi sessuali sui minori?
La replica di Benedetto XVI è netta. Ciò che di nuovo si può scoprire oggi nel Messaggio
di Fatima è che in esso, dice, si vede la “passione” che vive la Chiesa che “si riflette
sulla persona del Papa”: “Non solo da fuori vengono
attacchi al Papa e alla Chiesa, ma le sofferenze della Chiesa vengono proprio dall’interno
della Chiesa, dal peccato che esiste nella Chiesa. Anche questo si è sempre saputo,
ma oggi lo vediamo in modo realmente terrificante: che la più grande persecuzione
alla Chiesa non viene dai nemici di fuori, ma nasce dal peccato nella Chiesa, e che
la Chiesa quindi ha profondo bisogno di reimparare la penitenza, di accettare la purificazione,
di imparare da una parte il perdono, ma anche la necessità della giustizia. Il perdono
non sostituisce la giustizia”. Detto questo, ribadisce
il Papa, dobbiamo ricordare che “il Signore è più forte del male e la Madonna per
noi è la garanzia visibile, materna della bontà di Dio, che è sempre l’ultima parola
nella storia”. In precedenza, il Pontefice aveva risposto a una domanda sulla realtà
di secolarizzazione del Portogallo, Paese un tempo profondamente cattolico. Benedetto
XVI ha riconosciuto anzitutto la presenza lungo i secoli di una “fede coraggiosa,
intelligente e creativa”, testimoniata dalla nazione lusitana anche in molte parti
del mondo, come in Brasile. Pur notando come “la dialettica tra fede e secolarismo
in Portogallo” conti “una lunga storia”, tuttavia non sono mancate persone, ha detto,
intenzionate a “creare dei ponti”, a “creare un dialogo” tra le due posizioni. Un
compito che non è mai tramontato ed è tuttora attuale: “Penso
che proprio il compito, la missione dell’Europa in questa situazione è trovare questo
dialogo, integrare fede e razionalità moderna in un'unica visione antropologica che
completa l’essere umano e rende così anche comunicabile le culture umane. La presenza
del secolarismo è una cosa normale, ma la separazione, la contrapposizione tra secolarismo
e cultura della fede è anomala e deve essere superata. La grande sfida di questo momento
è che i due si incontrino, così che trovino la loro vera identità. E’ una missione
dell’Europa e una necessità umana in questa nostra storia". Benedetto
XVI ha pure risposto a una domanda sulla crisi economica che metterebbe a rischio,
per alcuni, la stabilità stessa dell’Europa comunitaria. Prendendo spunto dalla Dottrina
sociale della Chiesa, che invita il positivismo economico a entrare in dialogo con
una visione etica dell’economia, il Papa ha anche confessato che la fede cattolica
ha “spesso” lasciato, in passato, le questioni economiche al mondo pensando solo “alla
salvezza individuale”. Ed ha concluso: “Tutta la tradizione
della Dottrina sociale della Chiesa va nel senso di allargare l’aspetto etico e della
fede, oltre l'individuo, alla responsabilità del mondo, a una razionalità 'performata'
dall’etica. E d’altra parte, gli ultimi avvenimenti sul mercato in questi ultimi due-tre
anni hanno dimostrato che la dimensione etica è interna e deve entrare nell’interno
dell’agire economico (...) Solo così, l’Europa realizza la sua missione”.