In Europa sta prendendo forma una ripresa moderata e disomogenea: in Italia, l'uscita
dalla recessione sarà più lenta. E' quanto afferma il Fondo monetario internazionale
(Fmi). Intanto, dopo il piano varato due giorni da Unione Europea (Ue) e Fmi, il commissario
agli Affari monetari, Olli Rehn, annuncia che domani a Bruxelles, Spagna e Portogallo
presenteranno i loro piani di aggiustamento, sottolineando che altri Paesi hanno bisogno
di prendere nuove misure. Dell’Italia sottolinea il “debito pubblico molto elevato,
la cui dinamica va messa sotto controllo”. Da parte sua, il Fmi afferma che “c'è bisogno
di coordinamento” nell'attuazione delle exit strategy dalla crisi, soprattutto nell'area
euro, all'interno della quale il Patto di stabilità e crescita può essere di aiuto
in questo senso. In sostanza il Fmi raccomanda “un sostanziale rafforzamento della
disciplina di bilancio nei tempi buoni, l'introduzione di procedure per la gestione
delle crisi” e chiede nel medio termine ampi interventi di risanamento del debito
pubblico in molti Paesi europei. Il Fmi sottolinea che nel breve termine stabilizzare
il debito pubblico non è né consigliabile né desiderabile, dato il rischio di scivolare
nuovamente in recessione e la portata dei necessari aggiustamenti.
I salari
netti italiani sono mediamente inferiori non solo a quelli di Paesi come Stati Uniti,
Germania, Francia, Regno Unito, ma anche agli stipendi di altri Paesi europei che
sembrerebbero in maggiori difficoltà economiche, come Grecia, Irlanda e Spagna. È
quanto risulta dal Rapporto Ocse 'Taxing Wages', prendendo in considerazione la tabella
sul salario medio di un singolo senza carichi di famiglia (calcolata in dollari e
a parità di potere d'acquisto). I salari italiani risultano però più generosi rispetto
a quelli dei portoghesi, polacchi, ungheresi. In coda alla classifica i messicani.