Vigilia della partenza di Benedetto XVI per il Portogallo. Grande l'attesa a Fatima,
dove il Papa presiederà la Messa nel 10.mo di Beatificazione dei veggenti
C'è fermento a Lisbona, Porto e Fatima, le tre città che nei prossimi giorni riceveranno
la visita di Benedetto XVI. Il Papa partirà domattina dall'aeroporto romano di Fiumicino
per atterrare verso le 11, ora locale, nella capitale portoghese. Culmine di questo
15.mo viaggio apostolico internazionale sarà la sosta al Santuario della Madonna di
Fatima, dove il Pontefice presiederà la Messa solenne, giovedì prossimo, a dieci anni
esatti dalla Beatificazione dei veggenti, Giacinta e Francesco. Sull'atmosfera che
si respira in queste ore a Fatima riferisce il nostro inviato, Roberto Piermarini:
Il Portogallo
è pronto a ricevere quello che la stampa locale ha definito “Il terzo Papa di Fatima”,
dopo le visite di Paolo VI e Giovanni Paolo II. A Lisbona grandi manifesti azzurri
con la scritta “Obrigado Bento XVI”, “Grazie Benedetto XVI”, spiccano nei luoghi più
significativi della storica città, fin sulle rive del fiume Tago dove domani il Papa
celebrerà la Messa nella centralissima Piazza del Commercio. A poche ore dal suo arrivo
la festa si intensifica. Giornali e televisioni – concentrati sui timori che la crisi
economico-finanziaria della Grecia possa travolgere ora il Portogallo – danno un grandissimo
risalto alla visita papale e molti intellettuali, che si dichiarano agnostici o non
credenti, esaltano lo spessore spirituale, morale e intellettuale del Papa e lo difendono
dagli attacchi che ha ricevuto negli ultimi mesi. Benedetto XVI incontrerà un Paese
dove la secolarizzazione sta intaccando la forte religiosità popolare dei portoghesi:
l’88% di loro si dichiara cattolico, ma solo un 20% è praticante.
Dopo
divorzio ed aborto, l’esecutivo del premier socialista Socrates ha detto "sì" anche
ai matrimoni gay, ma la legge è stata bloccata dal presidente della Repubblica, Cavaco
Silva perché vìola la Costituzione. Per la visita del Papa il governo ha decretato
un giorno di vacanza per i dipendenti pubblici, domani a Lisbona ed il 13 maggio in
tutto il Paese. I media cattolici danno molto risalto al tema della visita: “Insieme
a te, camminiamo nella speranza”, soprattutto per quanto riguarda i temi legati a
fede e ragione, santità ed evangelizzazione che il Papa toccherà negli attesi incontri
a Lisbona, Fatima e Porto con il mondo della cultura, della scienza e dell’arte, con
i responsabili della pastorale sociale e con i sacerdoti.
Ma
questo 15.mo viaggio apostolico di Benedetto XVI ha soprattutto una “dimensione mariana”
con la visita a Fatima, cuore religioso del Portogallo, per il decimo anniversario
della beatificazione dei pastorelli Giacinta a Francesco, che insieme alla cugina
Lucia furono i primi testimoni delle apparizioni della Madonna nel 1917. Un luogo
in cui ci sono stati eventi legati al “terzo segreto”, dei quali l’allora cardinale
Ratzinger si è occupato personalmente, producendo un commento teologico che resta
– secondo il Patriarca di Lisbona, il cardinale Policarpo – “il punto più alto di
tutto quanto è stato scritto sull’argomento”. E nel suo arrivo nella città mariana,
il Papa ricorderà proprio l’attentato di cui fu vittima Giovanni Paolo II, il 13 maggio
del 1981. A Fatima, lo sguardo del Papa si allargherà per una meditazione sulla storia.
Ancora una volta Fatima ci svelerà il senso della storia.
La visita del
Papa in Portogallo, attesa da tempo, si accompagna alle molte aspettative che la Chiesa
locale, e non solo, ripone nell'avvenimento. Il collega della redazione portoghese,
Antonio Pinheiro, ne ha parlato con mons. Jorge Ferreira da Costa Ortiga,
arcivescovo di Braga e presidente della Conferenza episcopale portoghese:
R. - Si è
trascurata la dimensione intrinseca dell’essere umano e quindi anche della società,
ossia il legame con certi valori assoluti, permanenti che trascendono le frontiere,
in nome di un relativismo che chiude l’orizzonte della vita umana nell’ambito di valori
esclusivamente materiali. Questo è il contesto in cui si svolge la visita del Papa
in Portogallo. Sicuramente, porterà un messaggio in cui avvertirà che, se è necessario
guardare al mondo e alle condizioni materiali, c’è un'altra dimensione della vita
umana che è urgente scoprire, o riscoprire, una vita cioè radicata in alcuni valori
che indicano una strada, valori che sono della Chiesa Cattolica, ma appartengono già
al patrimonio dell’umanità. Saranno questi valori ad indicare il cammino per uscire
dalla crisi, poiché la crisi comprende e racchiude anche questa dimensione positiva
di una sfida con cui misurarsi. Il messaggio che il Papa porterà durante la visita
sarà un messaggio per il Portogallo, ma sicuramente anche per la Chiesa in generale.
Se poi consideriamo che Fatima è l’“altare del mondo”, sono convinto che questo messaggio
andrà oltre le frontiere, entrerà nello spazio europeo e arriverà un po’ più lontano
ai tanti cristiani che avranno occasione di ascoltarlo ed accoglierlo.
D.
- Benedetto XVI conosce come nessuno il cuore e la portata del Messaggio di Fatima,
di cui divenne un singolare interprete con il suo commento teologico sul “Terzo Segreto”,
quando era Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. La sua presenza
a Cova da Iria darà un nuovo vigore a questo messaggio?
R.
- Ne sono convinto. Credo che Fatima oggi si sia imposta in tutto il mondo e non
solo in quello cattolico. La presenza del Papa offrirà un’ottima occasione perché
questo mondo, che creda o meno nella realtà di Fatima, diventi sensibile all’esperienza
spirituale di cui il santuario è depositario. Da qui sicuramente molte altre persone,
guardando Fatima, potranno avere la curiosità conoscerla e da questo primo contatto
arrivare al messaggio più profondo, più intimo e - perché non dirlo - alla conversione,
al rinnovamento, alla convinzione che la vita umana dovrà essere diversa, orientata
su altri orizzonti. D. - "Insieme a Te camminiamo nella
Speranza" è lo slogan di questo viaggio apostolico di Benedetto XVI in Portogallo.
Pensa che la società portoghese in generale possa cogliere questa luce e che da essa
possa ricevere la speranza? R. - Credo di sì. E con
il Santo Padre non vogliamo tessere semplicemente un discorso, ma raccontare la parabola
di una grande speranza. Una parabola della speranza per dire ai portoghesi che stiamo
vivendo un tempo veramente difficile, per certi versi drammatico, ma che il messaggio
di Cristo ci dice che dobbiamo camminare, andare avanti e che il domani potrà essere
migliore se ognuno di noi adesso non aspetta soluzioni da fuori, ma offre il proprio
contributo affinché ciò avvenga. Il Papa ci lancerà la sfida della fede, perché è
nella fede che sta il futuro della società. È in essa che risiede la speranza: cioè
nel credere nella persona umana, nella relazione con il trascendente e, in nome di
Cristo, tracciare nuovi cammini per un umanesimo capace di garantire al popolo portoghese
una vita di felicità, di gioia e di piena soddisfazione delle sue aspirazioni.