Sulla rivista missionaria "Africa”, una riflessione sui prossimi Mondiali di calcio
in Sudafrica
Alla vigilia dei Mondiali di calcio sudafricani, i primi ospitati dal continente,
il bimestrale “Africa" dei Missionari Padri Bianchi, titola significativamente: “Sudafrica
– Calcio d’inizio”. Le parole in copertina rinviano al servizio “La partita dell’Africa”,
arricchito, su otto pagine, da una serie di scatti d’autore. Nucleo centrale di questo
pezzo è la volontà di affermare che il calcio, e tutto quanto ruoterà intorno a questo
sistema nei prossimi mesi, possono e devono essere un’occasione per parlare della
vera Africa, di un Paese con potenzialità agricole e turistiche enormi, ricchezze
minerarie ingenti, uno Stato grande e ricco che potrebbe, e dovrebbe, occupare un
ruolo centrale nel mercato globale. Le immagini, tratte dalla mostra “L’Africa nel
pallone”, promossa dalla stessa rivista in collaborazione con il Festival del cinema
africano, sono spunti interessanti per riflessioni atte a smascherare luoghi comuni,
a far comprendere come certi problemi dell’Africa ci riguardino da vicino. Sono un’ulteriore
dimostrazione di come ci sia molto da imparare dalla semplicità di un popolo che davvero
“si gioca il futuro”. Si ricorda, ad esempio, che nel 2010 il Mozambico è riuscito
a qualificarsi per la Coppa d’Africa. Grandi meriti sono stati riconosciuti all’allenatore
olandese Mart Nooji che sostiene con forza: “Qui in Africa siamo tutti Mandela, abbiamo
tutti un sogno da realizzare. In Europa i sogni sono finiti da un pezzo”. Se si pensa
che in Sudafrica il primo torneo misto di calcio si è disputato nel 1978, dopo che
per trent’anni il regime segregazionista aveva imposto un campionato per soli bianchi,
si può parlare davvero oggi, a poche settimane dal Mondiale, di sogni che si realizzano
e possono ancora realizzarsi. Ma oltre ad alimentare questi sogni, i Mondiali in Sudafrica
destano anche preoccupazione. C'è grande ansia - si legge in un comunicato inviato
all'agenzia Fides dal Jesuit Centre for Theological Reflction (Jctr) - perché questo
grande evento può portare ad un incremento della tratta di esseri umani. Si stima
che oltre 800 mila persone siano vittime di questo drammatico fenomeno. Suor Kayula
Lesa, coordinatrice del Jctr, sottolinea che per arginare tale traffico si debbano
aggiungere ad azioni di sensibilizzazione la preghiera e la promozione di politiche
di governo in favore dei poveri. (M.A.)