Dal 20.mo “World Economic Forum on Africa” la denuncia di un’ingente fuga di capitali
“Ripensare le strategie di sviluppo dell’Africa”: questo il tema del Forum economico
mondiale che si è svolto a Dar es Salaam, in Tanzania, dal 5 al 7 maggio sorsi. Dal
Convegno emerge un dato forte: dai 200 ai 400 miliardi di dollari all’anno sono evasi
dalle aziende in Africa. In particolare, il ministro delle Finanze sudafricano, Pravin
Gordhan, ha criticato la fuga di capitali e smentito coloro che descrivono l’Africa
come un’area eccessivamente a rischio per operare degli investimenti. Nodo centrale
risulta il minimo beneficio di cui godono le popolazioni locali delle ricchezze generate
nel loro Paese. I profitti dei capitali stranieri, infatti, vengono esportati al di
fuori del continente ed investiti in altre attività. E se alcuni rappresentanti delle
multinazionali hanno a loro volta criticato i governi locali per la mancanza di una
chiara regolamentazione fiscale, dal canto loro i ministri africani hanno denunciato
una scarsa disponibilità dei grandi investitori a rispettare delle leggi precise.
L’obiettivo del Forum era quello di dare vita ad una piattaforma di dialogo e cooperazione
per elaborare nuovi strumenti contro la crisi economica. All’apertura dei lavori,
il presidente del Paese africano, Jakaya Kikwete, aveva dichiarato: “L’Africa è un
continente ricco di potenzialità ed è cresciuta nonostante l’instabilità economica
mondiale. Analizzeremo la situazione così com’è oggi per costruire un futuro migliore”.
A lavori ultimati è risultato chiaro – riferisce l’Agenzia Fides – che i Paesi emergenti,
e quelli africani in particolare, sono proprio quelli che stanno dando i segnali di
ripresa più convincenti. Si può e si deve quindi sperare che tali Stati contribuiranno
in futuro in modo più significativo alla crescita economica mondiale, potendo al contempo
godere appieno delle ricchezze potenziali che mettono in gioco. (M.A.)