2010-05-09 10:58:33

Il progetto dell'ong "Intervita Onlus" a sostegno della scolarizzazione in Kenya


"Intervita Onlus", una ong italiana attiva dal 1999 con progetti di cooperazione dedicati soprattutto alla tutela dei diritti dei bambini e ai diritti delle donne, ha aperto una sede a Nairobi, centro nevralgico per l’organizzazione di progetti di sviluppo nell’Africa Orientale. Una scelta che rientra nella strategia di cooperazione per sostenere l’importante decisione adottata nel 2003 dal governo keniota di rendere la scuola primaria gratuita per tutti i bambini: una decisione che ha determinato un boom di iscrizioni impossibili da evadere a causa della mancanza di edifici scolastici. Monica Weisz, responsabile del progetto, ci spiega di cosa si tratta al microfono di Stefano Leszczynski:RealAudioMP3

R. – Abbiamo deciso di investire particolarmente in Kenya per appoggiare questa iniziativa lodevole del governo kenyota di aumentare l’accesso dei bambini alla scuola primaria. Però, il governo kenyota in effetti si è trovato di fronte ad una serie di innumerevoli problemi. Pensate che nel giro di pochi anni, dal 2003 al 2009, il numero degli iscritti alle scuole primarie è aumentato di 2 milioni e 700 mila persone. In realtà, anche nelle scuole secondarie c’è stato un forte aumento degli iscritti e quindi il governo si è trovato con una carenza di strutture – di aule scolastiche, proprio – e con una carenza nell’organico degli insegnanti. Per questo, Intervita ha voluto intervenire fortemente nel Paese per sostenere questa iniziativa del governo, soprattutto nelle regioni dove i risultati negli esami delle elementari è molto basso.

 
D. – Questo degli interventi in favore della scolarizzazione non è il solo ambito di cui Intervista si sia occupata in Africa…

 
R. – Noi abbiamo voluto stabilire la nostra prima sede africana proprio in Kenya, perché è un Paese nevralgico nell’Africa orientale, trovandosi in un’area che comprende Paesi fortemente instabili come il Sudan e la Somalia. Il Kenya, invece, a parte i disordini post-elettorali alla fine del 2007, è un Paese tendenzialmente stabile. Gli interventi che noi mettiamo in atto sono sicuramente interventi nei quali l’istruzione e la salute sono centrali, sono il punto di partenza: occupandoci prevalentemente di bambini, vogliamo garantire loro un futuro. Noi operiamo con interventi integrati, quindi scegliamo le aree in cui c’è una maggiore povertà e lì poi interveniamo a favore di tutta la comunità. Non solo istruzione e salute, quindi, ma anche sicurezza alimentare, sviluppo economico, diritti delle donne e dei bambini, partecipazione comunitaria e aiuto alla sostenibilità ambientale.

 
D. – Colpisce un po' il vedere che nell’ambito della cooperazione allo sviluppo è di nuovo il settore della società civile quello che impegna più risorse, mentre poco viene fatto a livello istituzionale da parte dei Paesi donatori…

 
R. – Credo che forse anche da noi, nei nostri Paesi sviluppati, non abbiamo capito che l’istruzione e la salute sono veramente ambiti in cui investire, per far sì che non ci siano squilibri sociali e non si verifichino violenze.







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