Appello di mons. Migliore all'Onu per un mondo libero dalle armi nucleari
Occorre lavorare con urgenza “per un mondo libero dalle armi nucleari” se si vuole
“garantire la sopravvivenza dell’umanità”. È quanto ha detto ieri l’arcivescovo Celestino
Migliore, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, nel suo
intervento alla Conferenza Onu sulla revisione del Trattato sulla non proliferazione
delle armi nucleari (Tnp) in corso al Palazzo di Vetro di New York. Il servizio di
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Il solo fatto che esistano tali
ordigni – ha detto il presule – incoraggia la loro proliferazione creando “il permanente
rischio che il materiale nucleare prodotto per l’uso pacifico dell’energia sia trasformato
in armamenti”. “Queste armi – ha aggiunto – continuano ad esistere in quantità enormi”,
alcune di esse pronte per essere usate; il loro scopo non è “solo la dissuasione”,
sono infatti ormai “radicate nelle dottrine militari delle grandi potenze” con la
conseguenza che “il pericolo della proliferazione è aumentato” mentre “la minaccia
del terrorismo nucleare è diventata reale”. Mons. Migliore chiede alle potenze nucleari
il rispetto dei vari Trattati sulla questione: occorre mantenere le promesse e “in
tempi rapidi”. Chiede di non fare affidamento su tali ordigni “come mezzo di sicurezza
e di difesa o come metro di potenza”. “ E’ un fatto – ha sottolineato - che nessuna
forza al mondo sarà in grado di proteggere le popolazioni civili dall'esplosione di
bombe nucleari, che potrebbero causare milioni di morti immediate”. “La Santa Sede
– ha proseguito - sostiene con forza un disarmo nucleare trasparente, verificabile,
globale e irreversibile”, chiede l’entrata in vigore del Trattato sul divieto totale
dei test nucleari, e l’elaborazione immediata di un Trattato sul bando della produzione
del materiale fissile, “questione di responsabilità” che “non deve essere ulteriormente
ritardata”. Mons. Migliore ricorda quindi l’appello lanciato dal Papa mercoledì scorso
all’udienza generale: “La pace – ha affermato Benedetto XVI - riposa sulla fiducia
e sul rispetto degli obblighi assunti, e non soltanto sull'equilibrio delle forze.
In tale spirito, incoraggio le iniziative che perseguono un progressivo disarmo e
la creazione di zone libere dalle armi nucleari, nella prospettiva della loro completa
eliminazione dal pianeta”. Il Papa concludeva il suo appello esortando “tutti i partecipanti
alla riunione di New York a superare i condizionamenti della storia e a tessere pazientemente
la trama politica ed economica della pace, per aiutare lo sviluppo umano integrale
e le autentiche aspirazioni dei Popoli”.