Paesi africani in prima linea per il disarmo nucleare
“Il Gruppo africano chiede l'eliminazione completa, universale, verificabile e irreversibile
degli armamenti nucleari come previsto dal Trattato di non proliferazione delle armi
nucleari”: così il ministro degli esteri della Nigeria, Odein Ajumogobia, nel suo
intervento alla Conferenza di Esame del Trattato di non proliferazione delle armi
nucleari, in corso a New York fino al 28 maggio. Il capo della diplomazia nigeriana,
citato dalla Misna, ha chiesto di "rispettare tutti gli impegni presi nell'ambito
del Trattato di non proliferazione, di aderire al processo di revisione del trattato
e di evitare di dotarsi di nuove armi". D'altra parte nell'ambito della cooperazione
internazionale, Ajumogobia ha difeso il diritto dei Paesi del Sud del mondo a sviluppare
la tecnologia nucleare destinata ad un uso pacifico: terzo pilastro del Tnp, definito
di "importanza vitale" per nazioni desiderose di rafforzare la propria produzione
di elettricità e per altri utilizzi civili. Infine ha sollecitato maggiore protezione
per tutti i Paesi non nucleari - come la stessa Nigeria - di fronte alla minaccia
crescente di nuovi ordigni. A nome del Gruppo africano è intervenuto anche l'ambasciatore
del Camerun, Tommo Monthe, che ha chiamato tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite
a dare prova di "volontà politica, flessibilità e profonda consapevolezza" della posta
in gioco per giungere a risultati concreti durante i lavori che si protrarranno fino
alla fine del mese. Ai Paesi che possiedono il nucleare, Monthe ha chiesto di "non
ricorrere a quelle armi, in nessuna circostanza e di minimizzare i rischi che vengano
utilizzate fino alla loro definitiva eliminazione"; inoltre, ha sottolineato, vanno
banditi tutti test nucleari come "passo avanti concreto e consapevole verso il disarmo".
Il portavoce del Gruppo africano ha riaffermato che l'Agenzia internazionale per l'energia
atomica (Aiea) "è l'unica autorità competente per verificare l'effettivo rispetto
degli obblighi che derivano dai trattati". Con la sua entrata in vigore lo scorso
15 Luglio, il Trattato di Pelindaba fa dell’Africa e delle sue isole una zona dove
le armi nucleari sono ufficialmente bandite. Firmato al Cairo nel 1996, il Trattato
ha come obiettivo la denuclearizzazione del continente proibendo la produzione, lo
stoccaggio, l’acquisto, il possesso e l’uso delle armi nucleari. Sullo stesso modello,
il Gruppo africano preme per "l'istituzione urgente di una zona denuclearizzata in
Medio Oriente", come previsto da una risoluzione varata 15 anni fa e mai applicata.
Visto che negli ultimi anni in Africa si tende sempre più a utilizzare materiali radioattivi
nelle attività di sviluppo socio-economico, dal settore del petrolio a quelli della
sanità e dell’agricoltura, Monthe ha sollecitato lo scambio di conoscenze e attrezzature
da parte dei paesi sviluppati a favore del Sud del mondo. (M.G.)