2010-05-07 16:28:39

Paesi africani in prima linea per il disarmo nucleare


“Il Gruppo africano chiede l'eliminazione completa, universale, verificabile e irreversibile degli armamenti nucleari come previsto dal Trattato di non proliferazione delle armi nucleari”: così il ministro degli esteri della Nigeria, Odein Ajumogobia, nel suo intervento alla Conferenza di Esame del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari, in corso a New York fino al 28 maggio. Il capo della diplomazia nigeriana, citato dalla Misna, ha chiesto di "rispettare tutti gli impegni presi nell'ambito del Trattato di non proliferazione, di aderire al processo di revisione del trattato e di evitare di dotarsi di nuove armi". D'altra parte nell'ambito della cooperazione internazionale, Ajumogobia ha difeso il diritto dei Paesi del Sud del mondo a sviluppare la tecnologia nucleare destinata ad un uso pacifico: terzo pilastro del Tnp, definito di "importanza vitale" per nazioni desiderose di rafforzare la propria produzione di elettricità e per altri utilizzi civili. Infine ha sollecitato maggiore protezione per tutti i Paesi non nucleari - come la stessa Nigeria - di fronte alla minaccia crescente di nuovi ordigni. A nome del Gruppo africano è intervenuto anche l'ambasciatore del Camerun, Tommo Monthe, che ha chiamato tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite a dare prova di "volontà politica, flessibilità e profonda consapevolezza" della posta in gioco per giungere a risultati concreti durante i lavori che si protrarranno fino alla fine del mese. Ai Paesi che possiedono il nucleare, Monthe ha chiesto di "non ricorrere a quelle armi, in nessuna circostanza e di minimizzare i rischi che vengano utilizzate fino alla loro definitiva eliminazione"; inoltre, ha sottolineato, vanno banditi tutti test nucleari come "passo avanti concreto e consapevole verso il disarmo". Il portavoce del Gruppo africano ha riaffermato che l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) "è l'unica autorità competente per verificare l'effettivo rispetto degli obblighi che derivano dai trattati". Con la sua entrata in vigore lo scorso 15 Luglio, il Trattato di Pelindaba fa dell’Africa e delle sue isole una zona dove le armi nucleari sono ufficialmente bandite. Firmato al Cairo nel 1996, il Trattato ha come obiettivo la denuclearizzazione del continente proibendo la produzione, lo stoccaggio, l’acquisto, il possesso e l’uso delle armi nucleari. Sullo stesso modello, il Gruppo africano preme per "l'istituzione urgente di una zona denuclearizzata in Medio Oriente", come previsto da una risoluzione varata 15 anni fa e mai applicata. Visto che negli ultimi anni in Africa si tende sempre più a utilizzare materiali radioattivi nelle attività di sviluppo socio-economico, dal settore del petrolio a quelli della sanità e dell’agricoltura, Monthe ha sollecitato lo scambio di conoscenze e attrezzature da parte dei paesi sviluppati a favore del Sud del mondo. (M.G.)







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