2010-05-07 12:53:18

Il Papa alle nuove Guardie Svizzere: il vostro servizio vi darà un senso vivo della cattolicità. La cerimonia di giuramento di 30 alabardieri


Benedetto XVI ha ricevuto stamani in Vaticano le nuove Guardie Svizzere, che hanno prestato ieri giuramento, accompagnate dai famigliari. Nell’udienza, il Papa ha messo l’accento sul legame speciale tra le guardie e la Sede Apostolica, ringraziandole per il loro generoso servizio a difesa della sua persona. Il servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3

Impegnatevi con responsabilità e generosità nel vostro servizio al Pontefice e alla Santa Sede: è l’esortazione di Benedetto XVI alle 30 nuove Guardie Svizzere ricevute in Sala Clementina con i famigliari all’indomani del loro giuramento. Nel discorso, pronunciato in tedesco, francese ed italiano, le lingue della Confederazione Elvetica, il Papa ha messo l’accento sul legame tra le guardie e il Successore di Pietro. Il vostro servizio, ha affermato, vi spingerà a scoprire un pellegrino in cerca di Dio in ogni volto di donna e uomo che incontrerete. Ed ha sottolineato il grande valore del servizio delle Guardie Svizzere per la crescita personale e di fede:

 
“Il vostro servizio in favore del ministero petrino vi darà un senso più vivo della cattolicità, insieme con una percezione più profonda della dignità dell’uomo che passa vicino a voi e che cerca nell’intimo di se stesso la via della vita eterna”.

 “Vissuto con coscienza professionale e con senso soprannaturale – ha detto ancora il Papa – il vostro compito vi preparerà anche agli impegni futuri, personali e pubblici”, che “prenderete quando lascerete il servizio”, permettendovi “di assumerli quali veri discepoli del Signore”.

 (Marcia)

 
L’udienza del Papa è avvenuta il giorno dopo la suggestiva cerimonia di giuramento di 30 nuovi alabardieri, tenutasi ieri pomeriggio in Aula Paolo VI, alla presenza del presidente della Confederazione Elvetica, la sig.ra Doris Leuthard. La cerimonia ricorda il sacrificio di 147 Guardie Svizzere che il 6 maggio 1527, durante il Sacco di Roma da parte dei Lanzichinecchi, diedero la propria vita per difendere Clemente VII. Il tema dell’obbedienza è stato proprio al centro del discorso alle reclute da parte del comandante delle Guardie Svizzere, Daniel Rudolf Anrig:

 
“Viviamo in un momento di sfiducia nei confronti delle autorità, all’insegna dell’individualismo e dell’egoismo. Cosa distingue noi, Guardie Svizzere? Proprio il nostro solenne giuramento ai valori fondamentali quali ubbidienza, fedeltà e lealtà”.

 
Sul legame tra le guardie e il Successore di Pietro, si è invece soffermato il cappellano del Corpo pontificio, mons. Alain de Raemy:

 
“Sotto il casco, dentro la corazza e nella divisa comune, voi sperimentate lo spirito di abnegazione, spirito di chi vuole solo servire. Lo splendore del vestito non parla di voi come individui, ma accenna alla dignità del Successore di Pietro”.

 
(Inno vaticano)

 
Dopo gli inni nazionali, vaticano e svizzero, è stata quindi la volta del momento intenso ed emozionante del giuramento delle nuove reclute:

 
“Ich / Hellebardier ... / schwöre / alles das...”
Ogni alabardiere ha giurato, nella sua lingua madre, di “servire fedelmente, lealmente e onorevolmente il Sommo Pontefice” anche a costo della vita. Si è rinnovato dunque il motto della Guardia Svizzera Pontificia, Acriter et Fideliter, “Onore e Fedeltà”. Un binomio che contraddistingue il piccolo esercito fin dalla sua nascita, nel 1506 per volere di Giulio II, e che nel tempo ha saputo coniugare tradizione e modernità.

 
(Rullo di tamburi) 







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