Il Papa alle nuove Guardie Svizzere: il vostro servizio vi darà un senso vivo della
cattolicità. La cerimonia di giuramento di 30 alabardieri
Benedetto XVI ha ricevuto stamani in Vaticano le nuove Guardie Svizzere, che hanno
prestato ieri giuramento, accompagnate dai famigliari. Nell’udienza, il Papa ha messo
l’accento sul legame speciale tra le guardie e la Sede Apostolica, ringraziandole
per il loro generoso servizio a difesa della sua persona. Il servizio di Alessandro
Gisotti:
Impegnatevi
con responsabilità e generosità nel vostro servizio al Pontefice e alla Santa Sede:
è l’esortazione di Benedetto XVI alle 30 nuove Guardie Svizzere ricevute in Sala Clementina
con i famigliari all’indomani del loro giuramento. Nel discorso, pronunciato in tedesco,
francese ed italiano, le lingue della Confederazione Elvetica, il Papa ha messo l’accento
sul legame tra le guardie e il Successore di Pietro. Il vostro servizio, ha affermato,
vi spingerà a scoprire un pellegrino in cerca di Dio in ogni volto di donna e uomo
che incontrerete. Ed ha sottolineato il grande valore del servizio delle Guardie Svizzere
per la crescita personale e di fede:
“Il vostro
servizio in favore del ministero petrino vi darà un senso più vivo della cattolicità,
insieme con una percezione più profonda della dignità dell’uomo che passa vicino a
voi e che cerca nell’intimo di se stesso la via della vita eterna”. “Vissuto
con coscienza professionale e con senso soprannaturale – ha detto ancora il Papa –
il vostro compito vi preparerà anche agli impegni futuri, personali e pubblici”, che
“prenderete quando lascerete il servizio”, permettendovi “di assumerli quali veri
discepoli del Signore”.
(Marcia)
L’udienza
del Papa è avvenuta il giorno dopo la suggestiva cerimonia di giuramento di 30 nuovi
alabardieri, tenutasi ieri pomeriggio in Aula Paolo VI, alla presenza del presidente
della Confederazione Elvetica, la sig.ra Doris Leuthard. La cerimonia ricorda il sacrificio
di 147 Guardie Svizzere che il 6 maggio 1527, durante il Sacco di Roma da parte dei
Lanzichinecchi, diedero la propria vita per difendere Clemente VII. Il tema dell’obbedienza
è stato proprio al centro del discorso alle reclute da parte del comandante delle
Guardie Svizzere, Daniel Rudolf Anrig:
“Viviamo
in un momento di sfiducia nei confronti delle autorità, all’insegna dell’individualismo
e dell’egoismo. Cosa distingue noi, Guardie Svizzere? Proprio il nostro solenne giuramento
ai valori fondamentali quali ubbidienza, fedeltà e lealtà”.
Sul
legame tra le guardie e il Successore di Pietro, si è invece soffermato il cappellano
del Corpo pontificio, mons. Alain de Raemy:
“Sotto
il casco, dentro la corazza e nella divisa comune, voi sperimentate lo spirito di
abnegazione, spirito di chi vuole solo servire. Lo splendore del vestito non parla
di voi come individui, ma accenna alla dignità del Successore di Pietro”.
(Inno
vaticano)
Dopo gli inni nazionali, vaticano e svizzero,
è stata quindi la volta del momento intenso ed emozionante del giuramento delle nuove
reclute:
“Ich / Hellebardier ... / schwöre / alles
das...” Ogni alabardiere ha giurato, nella sua lingua madre, di “servire
fedelmente, lealmente e onorevolmente il Sommo Pontefice” anche a costo della vita.
Si è rinnovato dunque il motto della Guardia Svizzera Pontificia, Acriter et
Fideliter, “Onore e Fedeltà”. Un binomio che contraddistingue il piccolo esercito
fin dalla sua nascita, nel 1506 per volere di Giulio II, e che nel tempo ha saputo
coniugare tradizione e modernità.