2010-05-07 15:55:01

Elezioni nel Regno Unito: vincono i conservatori ma il Parlamento è "sospeso"


I risultati definitivi delle elezioni di ieri in Gran Bretagna confermano la tendenza delineatasi già in mattinata di un Parlamento ‘sospeso’, cioè privo di una maggioranza che consenta la formazione di un governo conservatore o liberal-laburista. I Tories di David Cameron, infatti, hanno conquistato 291 seggi, 35 in meno di quelli necessari a formare una maggioranza autonoma. I laburisti del premier Brown hanno ottenuto 251 seggi, mentre i liberaldemocratici si sono fermati a 51 seggi. A questo punto si apre l’ipotesi di un governo di coalizione di centro-sinistra guidato da Brown, ma si tratta comunque di una grave anomalia del sistema elettorale britannico. Ma sentiamo come fotografa la situazione Pierantonio Lacqua, giornalista esperto di politica britannica, raggiunto telefonicamente a Londra da Stefano Leszczynski:RealAudioMP3

R. – Lo spettro dell’“hung parliament”, del cosiddetto “Parlamento sospeso”, senza cioè una maggioranza chiara, si è poi realizzato. Questo crea chiaramente un problema anche istituzionale: il sistema britannico si regge proprio sul bipartitismo ed è, quindi, chiaro che qui c’è un fallimento. I laburisti di Gordon Brown - al potere ormai da 13 anni - non hanno perso tutta la loro forza propulsiva: erano infatti dati come sconfitti, mentre probabilmente riescono ancora a tentare di fare un governo. Perché, qual è la situazione adesso? I conservatori avranno più deputati ai Comuni, ma non in numero sufficiente per governare; i laburisti sono usciti secondi da queste elezioni e, comunque, non sono stati sorpassati dai liberaldemocratici. Gordon Brown, quindi, a questo punto può presentarsi come primo ministro in carica al nuovo parlamento ed ovviamente dovrà dare le dimissioni soltanto se verrà sfiduciato. C’è la possibilità a questo punto di un governo di coalizione che per la Gran Bretagna è sempre un qualcosa di molto raro - è stato tentato l’ultima volta 30 anni fa – ed è considerata comunque una anomalia. C’è poi anche il rischio di un governo debole e il rischio che anche i mercati reagiscano molto male a questo risultato elettorale. I partiti dovranno, quindi, tener conto non soltanto dei loro giochi politici, ma anche di questo contesto. Tra l’altro è probabile che un governo anche di minoranza o di coalizione abbia breve vita e che, quindi, si vada di nuovo al voto probabilmente entro l’anno.

 
D. – Quali sono i motivi per cui i laburisti non sono stati del tutto sconfitti o meglio si può considerare come un successo per i laburisti questa elezione dopo un governo così lungo?

 
R. – Gordon Brown, malgrado non abbia mai brillato anche nelle occasioni mediatiche, ha potuto anche mandare questo messaggio che lui e il suo cancelliere dello scacchiere erano in effetti un baluardo sicuro per questa crisi economica, perché chiaramente la crisi economica è stata il motivo fondamentale che ha spinto i britannici a votare in un modo o nell’altro. Quindi, Gordon Brown è stato visto da molti come un primo ministro molto più efficace per quanto riguarda la gestione della crisi economica.

 
D. – I liberaldemocratici ovviamente assumono una posizione molto importante in questo contesto politico pur essendo il partito più piccolo…

 
R. – Tutti dicono di volere un governo molto responsabile, stabile e forte sul piano finanziario, però la richiesta più dirompente dei liberaldemocratici è quello che si cambi il sistema elettorale: dal sistema uninominale secco, dove chi vince prende tutto, ad un sistema proporzionale. Ovviamente è questa la ragione per cui non vedo la possibilità di una coalizione con i conservatori, perché un sistema proporzionale consegnerebbe i conservatori inevitabilmente all’opposizione per decenni. Un sistema proporzionale potrebbe invece portare ad una lunga egemonia dei liberaldemocratici e dei laburisti assieme. I due partiti, però, non sono del tutto omogenei e non c’è in Gran Bretagna questa tradizione della coalizione.







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