2010-05-06 15:48:41

Thailandia. I vescovi: "ingiustizia sociale e corruzione" alla radice della crisi


L’ingiustizia sociale percepita da larghe fasce di popolazione e la corruzione sono i due fattori principali per spiegare la presente crisi politica e sociale in Thailandia: è quanto afferma in un colloquio con l’agenzia Fides mons. Louis Chamniern Santisukniram, arcivescovo di Thare e Nonseng, e presidente della Conferenza episcopale della Thailandia. “I disordini delle ultime settimane – spiega a Fides l’arcivescovo – affondano le radici in problemi di giustizia sociale: parte della popolazione lamenta disuguaglianze e disparità, e molti cittadini ritengono di non avere il medesimo trattamento, gli stessi diritti, pari opportunità, standard di vita e di benessere rispetto ad altri. Inoltre, a monte, vi è il problema della corruzione. Come in diversi Paesi asiatici, questo è un problema serio in Thailandia, che rimette in primo piano l’urgenza di moralità, trasparenza, etica, responsabilità dei leader politici e di quanti governano la comunità civile”. La Chiesa e gran parte della popolazione giudicano con favore la road map in cinque punti disegnata dal governo e sottoposta ai leader dell’opposizione: non trasformare la monarchia in un’arma nella lotta politica; varare riforme per appianare le disuguaglianze; non acuire il conflitto sociale e politico tramite i mass-media; creare una commissione indipendente di indagine sulle violenze delle scorse settimane (27 morti e 900 feriti); intraprendere un serio cammino di pacificazione nazionale. Tutti sperano che questa possa rappresentare una via per porre fine alla crisi che da troppo tempo attanaglia il Paese. Della road map fa parte l’annuncio del Premier Abhisit di sciogliere il Parlamento e settembre e indire nuove elezioni il 14 novembre 2010. Mons. Chamniern sottolinea: “La situazione politica è delicata e complicata. La Thailandia è un paese che ha la sua storia, la sua modalità, il suo percorso di democrazia. Credo che la road map avrebbe avuto un sicuro successo se fosse stata concordata precedentemente con l’opposizione. In politica è importante muoversi all’insegna del dialogo, della cooperazione, del compromesso con le altre parti in campo. Noi continuiamo a sperare in un accordo, a pregare perché non vi sia violenza, perché il Paese possa riprendere una sana via di democrazia e stabilità”. Sul ruolo dei leader religiosi, l’arcivescovo afferma: “Nella crisi presente, la politica non ha chiesto l’ausilio delle comunità religiose. Come Chiesa, insieme con le altre comunità religiose – anche attraverso un recente incontro pubblico - abbiamo comunque cercato di dare il nostro contributo con la preghiera, esortando al dialogo, educando alla legalità e alla giustizia sociale, alla moralità nell’agire sociale e politico. Nei prossimi mesi ho invitato i fedeli cattolici impegnati direttamente nelle amministrazioni civili locali, per un percorso di formazione sulla dottrina sociale della Chiesa”. La Chiesa thailandese – conclude – proseguirà sulla linea della preghiera, del dialogo con le componenti religiose e civili della società, della formazione delle coscienze. (R.P.)







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