2010-05-05 14:55:34

Crisi economica globale: come riparare attraverso interventi pubblici e norme morali? Le risposte della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali


“La crisi in un’economia globale. Riprogettare il nostro cammino”. Intorno a questo tema si sono interrogati una cinquantina di personalità internazionali del mondo ecclesiale, accademico, imprenditoriale, finanziario e della società civile, riuniti per quattro giorni in Vaticano in occasione dell’Assemblea plenaria 2010 della Pontificia Accademia delle Scienze sociali. Le conclusioni del dibattito sono state presentate, stamani in sala stampa, dalla presidente dell’Accademia, Mary Ann Glendon, presenti il cancelliere, mons. Marcelo Sánchez Sorondo, e il coordinatore dei lavori, José T. Raga, docente di Economia all’Università Complutense in Spagna. Il servizio di Roberta Gisotti:RealAudioMP3

 
Difficile riassumere in pochi minuti le tante ore di discussioni e le centinaia di pagine di interventi, ha premesso la prof.ssa Glendon, evidenziando tre aspetti emersi nel complesso dibattito intorno alle ragioni della crisi economica, originata dai gravi sconvolgimenti finanziari, con le sue conseguenze per l’economia reale.

 
"A great many of our contributions are papers focused on the crisis as a series of failures: financial failures, regulatory failures, but also moral failures".

 
Una crisi – ha sottolineato la Glendon – vista come una serie di fallimenti, fallimenti finanziari, fallimenti normativi, ma anche fallimenti morali. Siamo partiti, ha spiegato, da quanto ribadito da Benedetto XVI nell’udienza di venerdì scorso ai membri dell’Accademia, ovvero dall’erroneo presupposto che il mercato sia in grado di regolare se stesso, al di là dell’intervento pubblico e dell’apporto di norme etiche interne, e abbiamo occupato gran parte dei lavori per ipotizzare come configurare questo intervento e queste norme.

 
Il primo aspetto approfondito è stato la finanziarizzazione dell’economia della vita comune, il passaggio da un’economia basata sulla produzione reale di beni a un’economia dominata dalle attività speculative, guidate dalla cupidigia. E così, si è parlato anche della finanziarizzazione delle relazioni umane, laddove i rapporti anche in famiglia sono ridotti ad una dimensione puramente commerciale. Il secondo aspetto indagato sono state le conseguenze sui Paesi poveri di tale dissesto, provocato nei Paesi ricchi, che hanno pure distratto dall’attenzione dovuta alle questioni urgenti, come la lotta alla fame, la salute per tutti, lo sviluppo.

 
Terzo aspetto considerato è la governance delle attività economiche, e le cronache di questi giorni sul caso della Grecia – ha riferito la Glendon - hanno offerto ulteriori spunti di analisi. Premessa la necessità – indicata nella recente Enciclica Caritas in Veritate – di una maggiore regolamentazione della finanza internazionale, si è dibattuto su misure concrete per garantire maggiore trasparenza agli strumenti finanziari ed evitare azzardi morali derivanti da piani di salvataggio. Guardando alla crisi greca, non si è esclusa la possibilità di nuove strutture europee e di un nuovo trattato per meglio assicurare le fondamenta della moneta unica.







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