2010-05-03 14:55:42

Giornata Mondiale della libertà di stampa: il diritto di sapere


Si celebra oggi la Giornata Mondiale della Libertà di Stampa, indetta dall'Onu e incentrata quest’anno sul tema “La libertà di informazione: il diritto di sapere”. Obiettivo della Giornata è di ricordare i principi fondamentali da cui scaturisce il diritto all’informazione rendendo omaggio anche a tutti i giornalisti che hanno perso la vita nell’adempimento del loro dovere. Secondo dati resi noti dall’Unesco, nel 2009 sono stati 77 i giornalisti uccisi nel mondo. In uno studio, pubblicato dall’organizzazione non governativa statunitense “Freedom House”, si registrano inoltre progressi confortanti in Asia meridionale, ma tensioni in America Latina e segnali contrastanti nell’Africa sub-sahariana. Quale è oggi la situazione della libertà di stampa nel mondo? Giancarlo La Vella lo ha chiesto al costituzionalista, Enzo Balboni, docente all’Università Cattolica:RealAudioMP3

R. – La libertà di stampa, o meglio la libertà del pensiero, va sempre vista da due parti: la libertà di informare – e qui dentro ci sta la libertà dei giornalisti e degli editori – e la libertà di essere informati, che è il tipico diritto degli utenti. Un diritto fondamentale per la democrazia. In questo momento c’è qualche preoccupazione per la salute economica delle imprese giornalistiche. E' necessario che i governi, i parlamenti diano qualche aiuto, qualche sostegno. E poi c’è qualche diminuzione di una libertà indiscriminata per i giornalisti, per gli operatori dell’informazione. Bisogna trovare un punto di equilibrio tra il diritto di informare e quello di non eccedere rispetto ad alcune cose che vanno al di là della libertà d’informazione.

 
D. – La libertà d’informazione in questo momento sembra cozzare con il diritto alla privacy …

 
R. – Sì. Tutti hanno in mente, probabilmente, la vicenda delle intercettazioni telefoniche nelle quali è garantito il diritto degli organi inquirenti a raccogliere anche in questo modo informazioni utili per il perseguimento dei reati; non riterrei che la libertà di informazione venisse conculcata se non si potessero pubblicare sulla stampa, prima del tempo debito, quelle paginate che sono emerse in cui si mescolano insieme alcuni elementi utili per la formazione dell’opinione pubblica ad altri, decisamente lesivi della privacy.

 
D. – In generale, possiamo dire che la mancanza di libertà di stampa incide, poi, su altre prerogative fondamentali...

 
R. – Certo! Questa è una delle prime libertà politiche, perché la formazione di un’opinione pubblica consapevole, quindi i pilastri stessi della democrazia, si regge sul fatto che le informazioni circolino perché in tutti i regimi che violano le libertà – totalitari o plebiscitari – la prima cosa che si fa è tarpare la libera informazione.

 
D. – L’aumento e la diffusione dei mezzi di comunicazione di massa ha influito positivamente o negativamente su questo diritto?

 
R. – La mia impressione è che abbia contribuito positivamente laddove questo era l’unico modo: nei casi dei regimi autoritari o non democratici, se non ci fossero stati i nuovi mezzi di formazione dell’opinione pubblica, tutto sarebbe passato sotto silenzio. Adesso è più difficile che un dittatore, ovunque esso sia, possa colpire. Però questo alla fine produce una reazione nell’opinione pubblica e mina anche la credibilità dei regimi stessi. E quindi, tutto sommato, è stata più utile che dannosa.







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