Abbiate il coraggio delle scelte definitive e vivetele con fedeltà: così il Papa ai
giovani in Piazza San Carlo
Il primo appuntamento del pomeriggio è stato l’incontro con i giovani in Piazza San
Carlo. Il Papa ha ricordato che venticinque anni fa, in occasione dell’Anno Internazionale
della Gioventù, Giovanni Paolo II indirizzò una Lettera apostolica ai giovani e alle
giovani del mondo, incentrata sull’incontro di Gesù col giovane ricco di cui ci parla
il Vangelo (Lettera ai Giovani, 31 marzo 1985). Proprio partendo da questa pagina
(cfr Mc 10,17-22; Mt 19,16-22), che è stata oggetto di riflessione anche nel suo Messaggio
di quest’anno per la Giornata Mondiale della Gioventù, ha svolto il suo discorso.
Il giovane del Vangelo – sottolinea il Papa - chiede a Gesù: “Che cosa devo fare per
avere la vita eterna?”. “Oggi non è facile parlare di vita eterna e di realtà eterne,
perché la mentalità del nostro tempo ci dice che non esiste nulla di definitivo: tutto
muta, e anche molto velocemente. ‘Cambiare’ è diventata, in molti casi, la parola
d’ordine, l’esercizio più esaltante della libertà, e in questo modo – ha proseguito
- anche voi giovani siete portati spesso a pensare che sia impossibile compiere scelte
definitive, che impegnino per tutta la vita. Ma è questo il modo giusto di usare la
libertà? E’ proprio vero che per essere felici dobbiamo accontentarci di piccole e
fugaci gioie momentanee, le quali, una volta terminate, lasciano l’amarezza nel cuore?
Cari giovani – ha detto il Papa - non è questa la vera libertà, la felicità non si
raggiunge così. Ognuno di noi è creato non per compiere scelte provvisorie e revocabili,
ma scelte definitive e irrevocabili, che danno senso pieno all’esistenza. Lo vediamo
nella nostra vita: ogni esperienza bella, che ci colma di felicità, vorremmo che non
avesse mai termine. Dio ci ha creato in vista del ‘per sempre’, ha posto nel cuore
di ciascuno di noi il seme per una vita che realizzi qualcosa di bello e di grande.
Abbiate il coraggio delle scelte definitive e vivetele con fedeltà! Il Signore potrà
chiamarvi al matrimonio, al sacerdozio, alla vita consacrata, a un dono particolare
di voi stessi: rispondetegli con generosità!”. “Nel dialogo con il giovane, che possedeva
molte ricchezze – ha proseguito il Papa - Gesù indica qual è la ricchezza più grande
della vita: l’amore. Amare Dio e amare gli altri con tutto se stessi. La parola amore
- lo sappiamo - si presta a varie interpretazioni ed ha diversi significati: noi abbiamo
bisogno di un Maestro, Cristo, che ce ne indichi il senso più autentico e più profondo,
che ci guidi alla fonte dell’amore e della vita. Amore è il nome proprio di Dio. L'Apostolo
Giovanni ce lo ricorda: ‘Dio è amore’, e aggiunge che ‘non siamo stati noi ad amare
Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio’. E ‘se Dio ci ha amati
così, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri’ (1Gv 4,8.10.11). Nell’incontro
con Cristo e nell’amore vicendevole sperimentiamo in noi la vita stessa di Dio, che
rimane in noi con il suo amore perfetto, totale, eterno (cfr 1Gv 4,12). Non c'è nulla,
quindi, di più grande per l'uomo, un essere mortale e limitato, che partecipare alla
vita di amore di Dio. Oggi viviamo in un contesto culturale che non favorisce rapporti
umani profondi e disinteressati, ma, al contrario, induce spesso a chiudersi in se
stessi, all’individualismo, a lasciar prevalere l’egoismo che c’è nell’uomo. Ma il
cuore di un giovane è per natura sensibile all’amore vero. Perciò mi rivolgo con grande
fiducia a ciascuno di voi e vi dico: non è facile fare della vostra vita qualcosa
di bello e di grande, è impegnativo, ma con Cristo tutto è possibile!”. Gesù – ha
ricordato il Pontefice - vuole essere amico e fratello dei giovani, il maestro che
indica loro la via da percorrere per giungere alla felicità, e li ama nella loro fragilità
e debolezza, perché, toccati dal suo amore, possano essere trasformati. Benedetto
XVI esorta i giovani a vivere questo incontro con l'amore di Cristo in un forte rapporto
personale con Lui, nella Chiesa e nei Sacramenti. “Cari amici – ha proseguito il Papa
- l’amore di Cristo per il giovane del Vangelo è il medesimo che egli ha per ciascuno
di voi. Non è un amore confinato nel passato, non è un’illusione, non è riservato
a pochi. Voi incontrerete questo amore e ne sperimenterete tutta la fecondità se con
sincerità cercherete il Signore e se vivrete con impegno la vostra partecipazione
alla vita della comunità cristiana. Ciascuno si senta ‘parte viva’ della Chiesa, coinvolto
nell’opera di evangelizzazione, senza paura, in uno spirito di sincera armonia con
i fratelli nella fede e in comunione con i Pastori, uscendo da una tendenza individualista
anche nel vivere la fede, per respirare a pieni polmoni la bellezza di far parte del
grande mosaico della Chiesa di Cristo”. Il Papa addita come esempio un giovane di
Torino, il beato Piergiorgio Frassati, di cui quest’anno ricorre il ventesimo anniversario
della beatificazione. “La sua esistenza fu avvolta interamente dalla grazia e dall’amore
di Dio e fu consumata, con serenità e gioia, nel servizio appassionato a Cristo e
ai fratelli. Giovane come voi visse con grande impegno la sua formazione cristiana
e diede la sua testimonianza di fede, semplice ed efficace. Un ragazzo affascinato
dalla bellezza del Vangelo delle Beatitudini, che sperimentò tutta la gioia di essere
amico di Cristo, di seguirlo, di sentirsi in modo vivo parte della Chiesa. Cari giovani,
abbiate il coraggio di scegliere ciò che è essenziale nella vita! ‘Vivere e non vivacchiare’
ripeteva il beato Piergiorio Frassati. Come lui – afferma il Papa - scoprite che vale
la pena di impegnarsi per Dio e con Dio, di rispondere alla sua chiamata nelle scelte
fondamentali e in quelle quotidiane, anche quando costa! Il percorso spirituale del
beato Piergiorgio Frassati – ha rilevato - ricorda che il cammino dei discepoli di
Cristo richiede il coraggio di uscire da se stessi, per seguire la strada del Vangelo.
Questo esigente cammino dello spirito voi lo vivete nelle parrocchie e nelle altre
realtà ecclesiali; lo vivete anche nel pellegrinaggio delle Giornate Mondiali della
Gioventù, appuntamento sempre atteso. So che vi state preparando al prossimo grande
raduno, in programma a Madrid nell’agosto 2011. Auspico di cuore che tale straordinario
evento, al quale spero possiate partecipare in tanti, contribuisca a far crescere
in ciascuno l’entusiasmo e la fedeltà nel seguire Cristo e nell’accogliere con gioia
il suo messaggio, fonte di vita nuova”. Il Papa ha quindi concluso: “Giovani di Torino
e del Piemonte, siate testimoni di Cristo in questo nostro tempo! La sacra Sindone
sia in modo del tutto particolare per voi un invito ad imprimere nel vostro spirito
il volto dell’amore di Dio, per essere voi stessi, nei vostri ambienti, con i vostri
coetanei, un’espressione credibile del volto di Cristo. Maria, che venerate nei vostri
Santuari mariani, e san Giovanni Bosco, Patrono della gioventù, vi aiutino a seguire
Cristo senza mai stancarvi. E vi accompagnino sempre la mia preghiera e la mia Benedizione,
che vi dono con grande affetto”.