La visita del Papa a Torino. Il cardinale Poletto: la Sindone, grande messaggio di
speranza che nasce dalla Croce di Cristo
E' ormai quasi tutto pronto nella città di Torino per la visita, domani, del Papa
che sosterà in preghiera davanti alla Sacra Sindone. Attendiamo Benedetto XVI con
“gioia e trepidazione, è una grazia speciale per la nostra Chiesa” ribadisce l’arcivescovo
della città, il cardinale Severino Poletto. Il Santo Padre incontrerà la cittadinanza
in piazza San Carlo, quindi la Santa Messa e la recita del Regina Coeli, poi il pranzo
con i vescovi del Piemonte, nel pomeriggio la preghiera davanti al Sacro Lino, successivamente
l’incontro con i giovani e la visita al Cottolengo. Il servizio del nostro inviato
a Torino, Massimiliano Menichetti:
E’ una città
gremita di pellegrini e turisti la Torino dei cosiddetti Santi Sociali, come Giovanni
Bosco, Leonardo Murialdo, Giuseppe Cottolengo, che si prepara ad ospitare il Papa
tra ingenti misure di sicurezza e striscioni gialli e bianchi, i colori vaticani.
Il successore di Pietro arriverà domani mattina per confermare nella fede la Chiesa
piemontese e per pregare, meditare davanti alla Sindone. La visita durerà circa dieci
ore e sarà scandita dall’incontro con Cristo Eucarestia, dalla meditazione in Duomo,
dalla preghiera ed i canti con i giovani e dall’abbraccio dei tanti ospiti e volontari
nella Chiesa della Piccola Casa della Divina Provvidenza, fondata da San Giuseppe
Cottolengo. La città dell’Ostensione, che ha già visto oltre un milione e settecentomila
pellegrini venerare la Sindone, stima che domani arriveranno altri centomila fedeli
per ascoltare le parole del Papa. Per consentire a tutti di seguire quello che viene
definito “l’evento nell’evento” sono stati collocati sei grandi maxischermi (due in
piazza San Carlo, due in via Roma, uno in piazza Castello e uno presso le Porte Palatine).
Oltre duemila gli agenti di pubblica sicurezza che vigileranno sull’intera giornata.
Una città in festa, in trepidazione – sottolinea mons. Giuseppe Ghiberti
presidente della commissione diocesana per la Sindone – fedeli che vorrebbero tutti
riversarsi in piazza San Carlo dove verrà celebrata la Santa Messa con il Papa:
“Sì,
in festa, a giudicare dalle richieste che ci sono per avere i biglietti ed entrare,
anche solo per stare in piedi, quelle ore che sarà necessario, in Piazza San Carlo.
Io mi auguro che il Papa abbia la gioia di vedersi ben accolto e di sentire che c’è
tanto affetto per lui e nello stesso tempo auspico che noi dal Papa sappiamo trarre
tutto il frutto che il suo insegnamento e il suo esempio ci porterà. Abbiamo tante
cose da mettere ai piedi del Papa e aspettiamo il suo intervento che sarà certamente
illuminante e consolante. Penso che guardando alla Sindone ci suggerirà delle cose
che saranno utili per il nostro cammino”.
Momento di riposo per il Papa
sarà il pranzo nell’arcivescovado con i vescovi del Piemonte, intanto oggi fervono
i preparativi al Cottolengo, che trenta anni fa ha ospitato la visita di Giovanni
Paolo II; ma oggi è anche il giorno delle prove per i 270 giovani
che animeranno l’attesa di domani pomeriggio, cantando e suonando, per poi incontrare
Benedetto XVI:
R. - E’ bello per noi giovani stare vicino al nostro
Papa. Siamo una grande forza e abbiamo voglia di aiutare la Chiesa a crescere e a
stare nel mondo.
R. – E’ una testimonianza per far
vedere alla città e al popolo in generale che ci sono ancora i giovani che credono,
che hanno fede e che sono lì per far vedere anche al Papa che sono presenti e ci sono.
D.
– Cosa speri che vi dica?
R. – Forza e coraggio.
Di non abbatterci, di non perdere mai la speranza di andare avanti.
R.
– Spero che ci dica delle parole molto importanti per la nostra vita e per la nostra
speranza e la nostra fede.
R. – Per me è una situazione
particolare, perché vengo a dare supporto al coro della provincia di Caserta. Il Papa,
due anni fa, è stato da noi in Campania e per noi è stato un evento veramente meraviglioso.
Quindi, spero che possa dare la stessa forza, la stessa energia che abbiamo ricevuto
noi, ai giovani torinesi e piemontesi.
R. – Un evento
straordinario, un’emozione incredibile, perché noi giovani abbiamo la possibilità
di testimoniare la nostra fede davanti al Papa, e poterlo comunque vedere, abbracciare,
in un abbraccio quasi fisico.
D. – Se potessi dirgli
qualcosa, che cosa gli diresti?
R. – Gli direi che
gli voglio bene, gli vogliamo tutti quanti bene, gli siamo vicini e preghiamo per
lui.
Insomma Torino attende la giornata di
domani a cuore aperto, per essere fedele, fino in fondo, alla vocazione della sua
Chiesa: la carità verso i più deboli, ma anche per seguire la via che Benedetto XVI
vorrà consegnargli.
Ma cosa ci dice oggi la Sindone? Al microfono di Massimiliano
Menichetti, ci risponde l’arcivescovo di Torino, il cardinale Severino Poletto:
R. – La Sindone
ci dice che – userei un’espressione della Lettera agli Ebrei – non c’è redenzione
e non c’è salvezza, senza spargimento di sangue: questo è riferito al Signore Gesù
che è venuto per dare la sua vita per noi e, quindi, a subire la Passione e la morte
terribile in Croce. Ma questa espressione può essere anche applicata a noi: non c’è
salvezza senza – e non usiamo la parola letterale “spargimento di sangue” – sacrificio,
senza rinuncia, senza lotta. La prima lotta che dobbiamo affrontare è quella spirituale
contro il peccato, contro il male, contro tutto ciò che ci allontana da Dio. Naturalmente
ci sono poi le lotte di chi fatica, di chi è povero, di chi è malato, di chi è sofferente,
di chi è senza lavoro, di chi è schiacciato dalla violenza, dal terrorismo. Quanta
sofferenza c’è ancora oggi nel mondo! Perciò l’Ostensione è questo grande messaggio
di speranza, che nasce dalla sofferenza di Cristo. E questo perché nessuno mai ha
sofferto come Lui, ma non dimentichiamoci che Lui è il Figlio di Dio, che si è fatto
uomo, ha cioè preso la nostra umanità, per poter soffrire per noi e potremmo anche
dire al nostro posto e per dare a tutte le nostre sofferenze, che son più piccole
della sue, un significato redentivo.
D. – Quindi,
al di là delle discussioni e degli studi, la Sindone rimanda alla verità di Cristo...
R.
– Noi non fondiamo la fede sulla Sindone. I giornalisti, una volta in una conferenza
stampa, mi hanno chiesto : “Se non ci fosse la Sindone, se sparisse o se un incendio
la distruggesse, ne risentirebbe la fede della Chiesa?”. Neanche per sogno! La nostra
fede è fondata sul Vangelo, la nostra fede è fondata sugli Apostoli, testimoni della
Resurrezione, sugli annunciatori e sui loro successori. Da duemila anni la Chiesa
annuncia che Cristo è Risorto. Io credo che non siano importanti le discussioni che
si fanno, è importante per la nostra fede che noi la sentiamo non fondata sulla Sindone.
La Sindone mi aiuta a ripassare la sofferenza di Gesù così come è scritta sui Vangeli,
perché guardi che è impressionante vedere che non c’è nulla di ciò che si vede dalla
Sindone che non sia descritto in tutti i particolari nei quattro Vangeli. Mi aiuta
allora a meditare, mi aiuta a pregare, mi aiuta a commuovermi, mi aiuta a sentire
che sono amato da Cristo, fino al punto che ha dato la vita per me. Ecco che questo
mi spinge alla conversione, al pentimento dei miei peccati, a diventare più buono.
Questo è importante per noi. Le discussioni poi sull’autenticità e sulla storicità
le facciano pure, perché – come ha detto Giovanni Paolo II nel 1998, quando venne
e disse – non sta alla Chiesa, perché non è una materia di fede, ma sta agli scienziati
e agli storici – se riescono – a deciderne l’autenticità o meno. Ha però raccomandato:
lo facciano senza pregiudizi, senza posizioni precostituite e senza offendere la sensibilità
dei credenti che vedono in quel telo un segno grande dell’amore di Dio. (Montaggio
a cura di Maria Brigini)
E su questi due eventi, la visita del Papa
e l’Ostensione, ascoltiamo il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, al microfono
del nostro inviato Massimiliano Menichetti