Il commento al Vangelo della Domenica di padre Bruno Secondin
In questa quinta Domenica di Pasqua la liturgia ci propone il Vangelo del comandamento
nuovo. Giuda esce dal cenacolo, ormai deciso a tradire il Maestro. E Gesù, rivolto
ai discepoli rimasti, dice:
“Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate
gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli
altri”.
Su questo brano evangelico, ascoltiamo il padre carmelitano
Bruno Secondin, professore di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:
"Amore e
violenza si scontrano qui: Giuda si allontana nella notte per completare le trame
del tradimento; Gesù non perde il filo che lega tutta la sua vita: un amore radicale
verso tutti, Giuda compreso. Ma non è semplice filantropia, è passione assoluta per
la vera felicità dell’uomo, costi quel che costi. È proprio questo amore esagerato
che ci viene donato, non solo mostrato: ed esso rende possibile il nostro amore reciproco.
“Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri”: quel come non è
solo esemplarità, è sorgente interiore, è natura rinnovata, è causa, modello e fine
ultimo dell’amore vicendevole. Solo chi esperimenta questo amore dal vivo, può riuscire
ad amare senza trattenere nulla per sé. Rifiuti o selezioni, chiusure o aperture,
nell’amore cristiano non hanno casa: tutto e tutti sono oggetto, sempre, di un amore
pieno. Proprio questa totalità generosa è segno di discepolato genuino: nel nostro
amore radicale Dio si fa presenza e grazia, verità e buona novella".