Sento l'affetto del popolo italiano: così il Papa al concerto offerto dal presidente
Napolitano
“In questo atto premuroso vedo un ulteriore segno dell’affetto del popolo italiano”:
sono state le parole di ringraziamento del Papa rivolte al presidente italiano Giorgio
Napolitano per il concerto offerto in suo onore, ieri pomeriggio nell'Aula Paolo VI,
in Vaticano, nel quinto anniversario del Pontificato. Poco prima, Benedetto XVI e
Napolitano si erano ritrovati a colloquio per poco più di venti minuti, durante i
quali, ha poi riferito il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico
Lombardi, sono stati toccati i temi dell’attualità internazionale, come la situazione
nel Medio Oriente. Il Papa ha parlato del prossimo Sinodo dei vescovi per il Medio
Oriente, in programma ad ottobre, ed ha rinnovato la sua preghiera per l’Italia. In
occasione del concerto, Napolitano ha offerto in dono al Pontefice un'edizione anastatica
con la prima traduzione italiana del 'De Europa' di Enea Silvio Piccolomini, Papa
Pio II. Servizio di Francesca Sabatinelli.
(musica)
“Lo
studio della musica riveste un alto valore nel processo educativo della persona, in
quanto produce effetti positivi sullo sviluppo dell’individuo, favorendone l’armonica
crescita umana e spirituale”: Benedetto XVI ha accolto così il concerto dell’Orchestra
giovanile italiana della Scuola musicale di Fiesole, diretti dal maestro Nicola Paszkowski,
che ha eseguito brani del XVII e XIX secolo di Sammartini, Mozart e Beethoven. Una
Scuola che, in oltre 30 anni, ha percorso un cammino formativo importante di fronte
alla realtà quotidiana che dimostra, ha spiegato il Papa, come “non sia facile educare”:
“Nell’odierno
contesto sociale ogni opera di educazione sembra diventare sempre più ardua e problematica:
spesso tra genitori ed insegnanti si parla delle difficoltà che s’incontrano nel trasmettere
alle nuove generazioni i valori basilari dell’esistenza e di un retto comportamento.
Tale situazione problematica coinvolge sia la scuola sia la famiglia, come pure le
varie agenzie che operano nel campo formativo”.
Le
nuove generazioni, ha aggiunto il Papa, chiedono uno straordinario impegno educativo.
I ragazzi oggi incontrano molte difficoltà nel vivere i grandi ideali della vita.
I loro bisogni, le loro attese, così come gli ostacoli e le minacce che si trovano
davanti, non possono essere ignorati:
“Essi sentono
l'esigenza di accostarsi ai valori autentici quali la centralità della persona, la
dignità umana, la pace e la giustizia, la tolleranza e la solidarietà. Ricercano anche,
in modi a volte confusi e contraddittori, la spiritualità e la trascendenza, per trovare
equilibrio e armonia”.
Ed è qui che il Papa
ha sottolineato l’importanza della musica, “capace di aprire le menti e i cuori alla
dimensione dello spirito…”
“…e conduce le persone
ad alzare lo sguardo verso l’Alto, ad aprirsi al Bene e al Bello assoluti, che hanno
la sorgente ultima in Dio. La festosità del canto e della musica sono altresì un costante
invito per i credenti e per gli uomini di buona volontà ad impegnarsi per dare all’umanità
un avvenire ricco di speranza”. Prima del concerto era stato
il presidente Napolitano ad indirizzarsi con il suo saluto al Papa. Viviamo in tempi
non facili, aveva detto, e la scelta dell’omaggio musicale è di per sé un’offerta
di serenità:
''Sono certo che nella discrezione e
nel rispetto con cui seguiamo il quotidiano svolgersi della sua alta missione, ella
possa ben cogliere l’intensa, affettuosa vicinanza nostra e del popolo italiano''. Napolitano
non aveva mancato di sottolineare l’importante apporto al conseguimento del bene e
della concordia da parte dei molti sacerdoti che operano in Italia. Parlando poi dei
problemi di un mondo che cambia, e citando la profonda crisi del Medio Oriente, aveva
augurato che allo sforzo per il raggiungimento di una soluzione non manchi l'apporto
di quell'Europa solidale prefigurata proprio da Pio II. (musica)