In aumento in Italia le nigeriane vittime della tratta e costrette a prostituirsi
Sono circa 10 mila le donne nigeriane vittime della tratta e costrette a prostituirsi
in Italia, quasi il doppio rispetto a quattro anni fa. Un dato che porta la comunità
nigeriana ad essere, tra quelle straniere, la più coinvolta nello sfruttamento della
prostituzione in Italia. L'allarme proviene da un rapporto curato dall'Unicri - agenzia
dell'Onu che lotta contro il crimine e per la giustizia - presentato ieri a Roma per
fare il punto sul Programma di lotta e prevenzione contro il traffico di donne e minori
dalla Nigeria all'Italia. Il programma, avviato nel 2002 per 18 mesi, in collaborazione
con il ministero degli Esteri italiano, è stato riattivato nel 2008, ha spiegato Angela
Patrignani, direttrice dell'Unità dei crimini globali all'interno dell'Unicri. Secondo
il rapporto le nigeriane costrette alla prostituzione in Italia sono tra le 8 e le
10 mila, delle quali il 16% circa sono minori. ''Sono stime molto difficili da verificare.
In Nigeria gli stessi dati anagrafici non sono facilmente reperibili'' e le donne
vittime della tratta ''cambiano frequentemente il proprio nome e sono coinvolte in
una continua rotazione'', ha spiegato Patrignani, sottolineando che quando si parla
di tutela dei diritti umani “le cifre hanno poca importanza''. In Italia, negli ultimi
anni, ''benché la presenza di nigeriane vittime dei traffico sia abbastanza stabile,
c'è un maggior movimento non solo all'interno della penisola ma anche verso altri
Paesi europei. E ciò significa che le organizzazioni criminali riescono a controllare
aree sempre più ampie'', ha osservato la funzionaria Onu, secondo cui la 'predilezione'
dei trafficanti per l'Italia è dovuta ''sia alla posizione geografica del Paese sia
allo sviluppo di una vera e propria rotta migratoria preferenziale'' verso la penisola.
(R.G.)