Il cardinale Poletto: la visita del Papa a Torino per la Sindone, occasione per ridare
slancio alla fede
“Un evento eccezionale, soprattutto sul piano della grazia, un’occasione per dare
nuovo slancio alla fede'': è quanto ha affermato stamani, durante una conferenza stampa
a Torino il cardinale Severino Poletto, in vista della visita di Benedetto
XVI - in programma domenica prossima - per l'Ostensione della Sindone. Ma ascoltiamo
l’arcivescovo di Torino al microfono del nostro inviato Massimiliano Menichetti:
R.
– L’attesa nostra è gioiosamente entusiasta perché il 2 giugno 2008, quando settemila
pellegrini sono venuti con me a Roma per la professione di fede sulla Tomba di Pietro,
fu il Papa stesso che annunciò la disponibilità e l’approvazione a questa Ostensione
e disse: se posso verrò anch’io. Quindi, da allora noi attendiamo già il Papa e quest’attesa
si inserisce in quello che è il filo conduttore di questa Ostensione che è la “Passio
Christi, passio hominis”, per mettere in collegamento la Passione del Signore, la
sofferenza di cui la Sindone è specchio, con la sofferenza umana, quella del passato
ma soprattutto quella di oggi. Allora, aspettiamo che il Santo Padre ci incoraggi
sia a guardare nella sofferenza di Cristo la rivelazione toccante dell’amore di Dio
per l’umanità, sia a mettere in relazione alla sofferenza di Cristo le nostre sofferenze
per dar loro un valore, perché acquistino un significato redentivo dalla Grazia del
Signore.
D. – Il Papa verrà per confermare nella
fede i torinesi e non solo; quindi farà una meditazione e una preghiera davanti alla
Sindone. Due aspetti importantissimi…
R. – Sì, due
aspetti importantissimi perché la visita del Papa non deve essere considerata in modo
folkloristico. Noi non celebriamo l’Ostensione della Sindone o l’incontro col Papa
come eventi occasionali di un momento per poi voltare pagina e il giorno dopo tornare
a vivere come prima: per me sono - e prego per questo e ho fatto pregare per questo
- momenti di crescita, di sviluppo, di impegno futuro perché la nostra Chiesa sia
sempre più all’altezza di raccogliere le sfide dei tempi, soprattutto la sfida dell’evangelizzazione.
D.
– Cardinale Poletto, Benedetto XVI incontrerà la cittadinanza, i giovani, farà visita
agli ammalati della Piccola Casa della Divina Provvidenza, il Cottolengo. Quindi,
conoscerà da vicino la cittadinanza ma anche la grande opera di volontariato, la carità…
R.
– Il Cottolengo è una città nella città. Qui a Torino è stata definita “città della
carità” perché uno sa e conosce come la storia religiosa di questa città sia stata
segnata dai cosiddetti “santi sociali”: il Cottolengo, don Bosco, il Capasso, il Murialdo,
Giorgio Frassati che presenta una santità fresca giovanile. Un giovane che sapeva
coniugare l’adorazione eucaristica al mattino presto, la Comunione e la meditazione
con lo studio e il lavoro, con la vita al fianco dei poveri nelle soffitte, dove è
stato colpito da una poliomielite fulminante che l’ha portato in Paradiso prima del
tempo. Sapeva coniugare queste cose con lo sport, con le gite in montagna e anche
con l’impegno poi associativo e anche sociale. Questa tradizione di santità vede nel
Cottolengo quello che è un po’ il sigillo della carità, perché si è preoccupato degli
emarginati della società di allora. Il Papa incontrando gli ospiti della Piccola Casa
vedrà il miracolo della carità e lì abbiamo i padri, le numerosissime suore che danno
la loro vita la servizio dei poveri. Non per nulla lui diceva: i poveri sono i nostri
padroni perché in loro noi dobbiamo servire Gesù.(Montaggio a cura di Maria
Brigini)