Cardinale Levada: la Chiesa contrasta in maniera esemplare la piaga degli abusi
Benedetto XVI è “la persona giusta per guidare la Chiesa in questo momento” e la
strada intrapresa dai vescovi degli Stati Uniti nel 2002 per contrastare la piaga
degli abusi sessuali sui minori da parte di esponenti del clero può essere presa ad
esempio dalla Chiesa di tutto il mondo. Lo ha affermato il cardinale statunitense
William Levada, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede in un’intervista
esclusiva rilasciata al canale televisivo statunitense PBS. Un’intervista a tutto
campo in cui vengono affrontati i principali nodi dello scandalo degli abusi sessuali
che ha sconvolto la Chiesa in questi mesi: dal modo in cui è stato affrontato dai
media, alle passate responsabilità delle gerarchie ecclesiastiche, fino alle gravi
accuse rivolte in queste settimane Benedetto XVI. La crisi aperta dai casi emersi
nelle Chiese europee – sottolinea il cardinale Levada - non può essere in alcun modo
minimizzata ed è tanto più grave in quanto si tratta di crimini commessi da sacerdoti
chiamati ad essere dei buoni pastori. Questo non toglie - precisa il Prefetto della
Congregazione presieduta fino al 2005 dall’allora cardinale Ratzinger – che vi sia
stata una certa “faziosità” da parte di alcuni media, soprattutto americani, condizionati
dalle informazioni fornite dagli avvocati che vorrebbero portare anche il Papa davanti
a un tribunale. Questi media – rileva il porporato – hanno presentato un “quadro
poco equilibrato, senza contestualizzare i fatti”, ma soprattutto hanno dato “poca
attenzione a quanto ha fatto la Chiesa negli Stati Uniti” contro gli abusi sessuali,
“che può essere un modello” anche per altre istituzioni nel Paese. Secondo il cardinale
Levada, occorre analizzare le cause di fondo di questa piaga “che sono i cambiamenti
della società, cambiamenti che riguardano in particolare come viene vissuto il celibato
in tempi di rivoluzione sessuale”. Quanto alle passate responsabilità dei vescovi
accusati dall’opinione pubblica e dalle associazioni delle vittime di avere avuto
più a cuore la difesa della reputazione della Chiesa che la protezione dei bambini,
il cardinale Levada ammette che all’emergere dei primi casi è stata sottovalutata
la gravità e l’entità del fenomeno. Egli respinge peraltro le accuse rivolte all’operato
del Santo Padre quando era arcivescovo di Monaco- Frisinga e Prefetto della Congregazione
per la Dottrina della Fede. "Si parla di casi risalenti a 20-30 anni fa – spiega -
quando la Congregazione non era competente in materia. Il Papa – ha quindi precisato
– è perfettamente al corrente di quello che pensa l’opinione pubblica su quanto sta
avvenendo, come dimostrano, tra l’altro, i suoi incontri con le vittime". (A cura
di Lisa Zengarini)