A due mesi dal sisma in Cile mancano gli alloggi d'emergenza per i terremotati
Il 40% delle cosiddette ‘case di emergenza’, destinate in Cile alle circa 200 mila
famiglie sfollate provocate dal sisma che il 27 gennaio ha colpito il centro e il
sud del Paese, devono ancora essere costruite, mentre si avvicina l’inverno australe.
Lo ha ammesso – riferisce l’agenzia Misna - lo stesso presidente conservatore Sebastián
Piñera, precisando che finora ne sono state erette poco meno di 24 mila, pari al 60%
delle 40 mila in programma. Piñera sostiene che “la tappa d’emergenza è superata e
il piano di ricostruzione già è cominciato”. Ma dai sindaci delle zone più colpite,
tra cui la regione di Bio-Bio, non cessano di levarsi critiche per le scarse risorse
giunte dal governo centrale e per la qualità stessa delle ‘case di emergenza’, costruite
in legno, ritenute insufficienti ad affrontare il freddo dell’inverno. Parlando a
Radio Cooperativa, il primo cittadino di Tomé, Eduardo Aguilera ha detto di aver ricevuto
finora solo 400 delle 1800 abitazioni provvisorie richieste. Il terremoto di 8,8 gradi
della scala Richter e il successivo maremoto hanno provocato secondo le cifre ufficiali
486 morti, 79 dispersi e danni per 30 miliardi di dollari. (R.G.)