Vescovi, ulema e militari delle Filippine a confronto in vista del voto
La Chiesa, la comunità islamica, le forze di sicurezza filippine saranno unite e lavoreranno
fianco a fianco per “garantire elezioni credibili, trasparenti e pacifiche”, e per
“assicurare il bene comune del Paese”: è quanto affermano, nell’incontro della Bishop
Ulema Conference (Buc), in corso oggi e domani, a Davao, sull’isola di Mindanao, nelle
Filippine Sud, i vescovi filippini, insieme con eminenti leader islamici e con i capi
della polizia e dell’esercito nazionale. Come riferiscono fonti dell'agenzia Fides
presenti all’incontro, il consueto meeting interreligioso fra vescovi e ulama (la
conferenza è nata e si incontra da ormai 14 anni) quest’anno è stato dedicato alle
imminenti elezioni generali del 10 maggio e ospita ufficialmente alti esponenti delle
forze di sicurezza filippine (polizia ed esercito). I funzionari militari presenti
spiegheranno come procedono i preparativi per garantire un voto “nella massima sicurezza
e privo di violenza”: questo implica il passaggio cruciale di smantellare gli eserciti
privati esistenti nelle Filippine, affiliati ai clan e ai veri e propri “signori della
guerra” che ancor spadroneggiano soprattutto sull’isola di Mindanao. Proprio su Mindanao
si concentra la maggiore attenzione della BUC: da un lato perché le voci di “brogli,
minacce, voto pilotato e violenza” riguardano specialmente le Filippine Sud (basti
ricordare la strage di Maguindanao nel novembre 2009); dall’altro perchè qui risiede
la consistente comunità islamica filippina (circa sei milioni di persone), e qui si
registrano i problemi della ribellione armata di gruppi guerriglieri islamici, nonchè
la presenza di gruppi terroristi. La Conferenza oggi ha invitato tutti i candidati
a “non utilizzare, nella propaganda elettorale, la demonizzazione dell’avversario
o metodi di killeraggio politico”, chiedendo a tutti i leader religiosi di promuovere,
in vista delle elezioni, iniziative di pace come il digiuno e la preghiera. (R.P.)